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FORSE di fronte a comportamenti poco chiari sull’appoggio del Governo da parte del Movimento 5 Stelle e su sistematiche fibrillazioni da parte della Lega ed in presenza di una sommatoria di criticità quali una forte recrudescenza della pandemia, una impennata della inflazione, una forte crisi nell’approvvigionamento energetico, una esplosione dei prezzi, un avvicinamento sempre più preoccupante verso la recessione, forse sarebbe opportuno che il Governo ed in particolare il Presidente del Consiglio Draghi decidesse di anticipare alla fine del mese di luglio la predisposizione e la approvazione del Documento di Economia e Finanza (DEF) e varasse il Disegno di Legge di Stabilità entro il 30 agosto. In tal modo sarebbe possibile andare ad una verifica elettorale entro il mese di novembre o di dicembre.
Lo so, sono mesi difficili e qualcuno dirà che mai, nella storia della Repubblica, simili provvedimenti erano stati presi in periodi così atipici soprattutto per i lavori delle Camere. Io a simili preoccupazioni rispondo ricordando che nessuno della mia generazione avrebbe mai immaginato che in Europa ci sarebbe stata una guerra modello anni quaranta e che mai la nostra economia si sarebbe avvicinata verso crisi davvero preoccupanti e, cosa ancor più grave, irreversibili.
Sappiamo bene che i prossimi mesi, senza ricorrere a previsioni sofisticate o a banali macro analisi, saranno caratterizzati da ulteriori forme di impoverimento e sicuramente il Governo, soprattutto entro la fine dell’anno e per tutti primi mesi del 2023 sarà costretto a prendere decisioni e provvedimenti non popolari. Questo comporta automaticamente due distinte condizioni obbligate:
- Un Governo privo di fibrillazioni ed in grado di decidere senza ricorrere a compromessi interni
- Un Parlamento forte in grado di garantire una maggioranza capace di supportare pienamente il Governo.
Due condizioni che attualmente, pur in presenza di un Governo di salute pubblica con quasi tutte le forze politiche presenti in Parlamento escluso Fratelli d’Italia, non sono assicurate e, addirittura, con un Presidente Draghi che giustamente ha ribadito che, in caso di uscita dalla compagine governativa di ciò che rimane del Movimento 5 Stelle, non intende proseguire in questa esperienza. Qualcuno solleverà anche un problema legato ai tempi molto stretti per la redazione della Legge di Stabilità, ricordo che in proposito ci sono diversi esempi di cui il più recente è quello relativo alla Legge di Stabilità portata avanti e fatta approvare dal Presidente Mario Monti nel 2011; nel mese di novembre e di dicembre si riuscì a far approvare tutto. E senza dubbio eravamo in presenza di una grave emergenza ma penso che gli italiani abbiano ampiamente capito che siamo in presenza di una emergenza non solo più grave ma, addirittura, rispetto a quella vissuta nel 2011, quella attuale è caratterizzata da una miriade di imprevedibilità.
Ed è bene che di fronte a questo futuro il presente si prepari cercando di dare vita al seguente quadro procedurale:
- 1. Chiudere questa legislatura avendo praticamente varato un numero rilevante di riforme legate al PNRR e definito in modo compiuto un quadro di interventi previsti sempre dal PNRR e, per quanto concerne le opere infrastrutturali in grado di poter, entro il 2023, garantire una parte degli interventi previsti; purtroppo una parte limitata ma è bene evitare di prospettare facili illusioni
- 2. Consentire ai vari schieramenti politici di dare vita ad una campagna elettorale da effettuare entro il mese di novembre o al massimo di dicembre in cui fare emergere come i vari schieramenti intendano affrontare e superare l’attuale fase e, soprattutto, chiarire da subito le possibili forme di aggregazione, le possibili alleanze e i rischi che una assenza della base elettorale, un esasperato assenteismo si configurerebbe come un vero danno per la democrazia del Paese.
Questo bagno di concretezza e questa grande carica di responsabilità quale quella denunciata dal Presidente Draghi quando il Presidente del Movimento 5 Stelle ha ipotizzato l’uscita dal Governo, penso rappresenti oggi il primo e forse più forte segnale di un ritorno al dibattito politico serio, un ritorno ad una logica di schieramenti politici coerenti con un rinnovato assetto di governo del Paese.
Non ci illudiamo di arrivare a marzo o ad aprile o a maggio con questo Parlamento formato ormai di soggetti legati alla garanzia dei propri emolumenti, non ci illudiamo che il Presidente Draghi, pur con la sua carica di grande stratega, possa continuare a superare giornalmente delle emergenze e delle crisi che in modo capillare coinvolgeranno tutti ed in particolare, come da me accennato più volte, il Mezzogiorno; nei prossimi mesi infatti il Governo dovrà raccontare al Mezzogiorno che per alcuni interventi sarà necessario rinviare l’avvio delle opere perché bisognerà trasferire alcune risorse per gli investimenti nel comparto energetico; è senza dubbio una azione temporanea ma per ora riguarderà le opere che non si è in grado di completare entro il 31 dicembre 2026.
Ritengo opportuno precisare che questa ipotesi non privilegia schieramenti o raggruppamenti che attualmente dispongono di pronostici positivi, addirittura sicuri; infatti più passa il tempo, più ci si avvicina al maggio 2023 più si logorano quegli schieramenti che oggi potrebbero ancora avere un adeguato consenso. Aspettare otto mesi assistendo ogni giorno ad assurde fibrillazioni significa produrre un danno per quegli schieramenti che perseguono la costruzione di Governi stabili, significa danneggiare in modo irreversibile la crescita del Paese. Sono sicuro che difficilmente si seguirà un simile itinerario e sono anche sicuro che quando questo Governo dovrà affrontare le emergenze dei prossimi primi giorni di settembre, apprezzerà questa proposta ma purtroppo sarà troppo tardi.
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