Attilio Fontana
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Quando si presenta alla kermesse del centrodestra per le Regionali in Lombardia, a sostegno di Attilio Fontana, Giorgia Meloni mette subito in chiaro un concetto: «Il centrodestra è unito e compatto, su di noi sono state dette solo bugia». Parte l’applauso. La premier ferma tutti e riparte: «Non leggo sempre la rassegna stampa, quando lo faccio vedo che sto sempre a litigare con i ministri, che li fustigo. Ma io vedo un clima completamente diverso, una realtà che qualcuno non vuole vedere, che stiamo governando con compattezza, che intendiamo farlo per i prossimi 5 anni. C’è bisogno di questo entusiasmo e delle parole di Maurizio, Matteo e Silvio perché raccontano una realtà molto diversa da quella che altri raccontano».
«NON ABBIAMO LE ANTENNE VERDI»
I tre tenori della coalizione, Meloni, Salvini e Berlusconi, si ritrovano uno a fianco all’altro. C’è anche Maurizio Lupi in rappresentanza della stampella centrista che esalta il Cavaliere: «È lui il vero fondatore del centrodestra».
Tutti e quattro vogliono veicolare un messaggio di unità, dopo le indiscrezioni uscite negli ultimi giorni. «Quando andiamo al governo, realizziamo un programma e una visione comune, a differenza degli altri».
La prospettiva dell’Esecutivo sarà di legislatura, dunque di cinque anni. Cento giorni sono passati da quando Meloni si è insediata a Palazzo Chigi: «Prima c’era immobilismo e incapacità di dare le risposte necessarie. Nei primi 100 giorni abbiamo fatto più di cento iniziative, abbiamo lavorato velocemente e concretamente perché siamo una coalizione compatta e un abbiamo un programma comune».
Dopodiché l’inquilina di Palazzo Chigi intende togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Le cavallette dovevano arrivare con questo governo, poi non sono arrivate, allora ci hanno fatto la farina. Dicevano, “arrivano loro e l’Italia sarà isolata”… Io sono andata in Europa e dicevano “vedi, le stringono le mani”… e io ho detto che non avevo le antenne verdi sulla testa». Risata generale e applauso lungo.
Un risultato, Meloni, lo rivendica con forza: «Lo Stato deve lasciare le imprese produrre ricchezza. Il tema dei salari è reale, ma l’unico modo è intervenire sulle tasse. Siamo intervenuti sul caro energia. Oggi buone notizie, la battaglia del tetto del gas l’abbiamo vinta e oggi abbiamo visto che il calo sarà del 34%».
SICUREZZA E AUTONOMIA
La sicurezza è da sempre un tema principe del centrodestra. «Si può fare, si poteva fare, si poteva far rispettare la legalità: l’Italia non è più la Repubblica delle banane, lo Stato forte con i deboli e debole con i forti». E poi la lotta alla criminalità: «La mafia sapeva che non può trattare con noi. Ora presenza a tappeto sul nostro territorio, che serve anche a dire che non è un bel segnale che i turisti devono vedere il degrado.
Quanto all’autonomia, ecco la versione di Giorgia: «Servono riforme serie: sono felice che abbiamo approvato la cornice dell’autonomia differenziata che premia il merito. Se tu gestisci bene ti do l’opportunità di gestire più materie. Lo dico a quei governatori che si lamentano, ma poi non spendono il 70% dei loro fondi».
BERLUSCONI
Poi una carezza a Silvio Berlusconi: «Penso che il miglior ministro degli Esteri che questa nazione abbia avuto si chiamava Silvio Berlusconi». Già, il Cavaliere. Quando arriva al Teatro Dal Verme si innalza il coro: «C’è solo un presidente!». Il leader di Forza Italia sorride. Poco prima è stato il beniamino della platea a sostegno di Attilio Fontana. Il leader azzurro è convinto che lunedì prossimo la coalizione trionferà in Lombardia e nel Lazio.
«Vinciamo alla grande – dice – Se vince la Lombardia vince l’Italia, è la regione numero uno. La vittoria confermerà la vittoria della nostra maggioranza, ha rilievo nazionale». Anche l’ex premier gioca di sponda con Meloni e la elogia: «Questa è la festa del centrodestra: tra noi leader non c’è solo comprensione ma profondo affetto. Meloni è gentile e di una capacità assoluta».
Dopodiché, per non scontentare l’altro azionista della coalizione, tesse le lodi anche del leader del Carroccio: «Matteo Salvini è bravissimo. È una persona straordinaria e io gli voglio bene. È come se lo conoscessi da tutta la vita. È limpido, trasparente, sereno e positivo».
LE PAURE DI MATTEO
Su queste note, per un giorno, i tre leader esaltano la compattezza della coalizione. Salvini fa un po’ il padrone di casa, essendo Fontana un militante leghista: «Cento giorni di governo con degli alleati, anzi con degli amici. Non lo dico per forma, ma per sostanza. Maurizio, Silvio e Giorgia per me sono amici, non solo colleghi di lavoro». E anche il vicepremier insiste sugli stessi tasti che prima aveva premuto l’inquilina di Palazzo Chigi: «Dicevano che cascava il mondo, invece le bollette scendono e i salari bassi crescono. Questo è il governo del Centrodestra».
Il leader leghista, a questo punto, elogia Calderoli per il disegno di legge sull’autonomia, Giorgetti per il lavoro che sta svolgendo al ministero dell’Economia. E forse tutti questi ringraziamenti certificano lo stato di preoccupazione di un leader, Salvini, che potrebbe uscire azzoppato dalle regionali in Lombardia. Perché Fratelli d’Italia potrebbe doppiare la Lega. E dunque lunedì sarà un altro giorno. «Non sarà un voto di fiducia sul governo, ma sulla coalizione». I nuovi rapporti di forza avranno un impatto sull’azione dell’Esecutivo. È un dilemma che tanti si pongono. Intanto, Salvini, Meloni e Berlusconi si godono il clima di oggi. Uniti per un giorno. Da lunedì chissà.
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