X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

Ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, 23 anni di carcere per Francesco Belleggia e 21 per Mario Pincarelli. È la sentenza del processo di primo grado per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte che si è tenuto davanti alla Corte d’Assise di Frosinone.

Urla tra gli imputati nel gabbiotto dell’aula una volta portati via dagli agenti della Polizia Penitenziaria. Applausi e lacrime, al contrario, tra i familiari e gli amici della vittima.

“Non sono assolutamente d’accordo” con la decisione presa dai giudici e “non riesco a capire quali saranno le motivazioni”. Così l’avvocato Massimiliano Pica, difensore dei fratelli Bianchi, dopo la condanna all’ergastolo dei due assistiti per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte.

“Sono rimasto senza parole e la considero una sentenza mediatica – aggiunge – dopo aver letto le motivazioni faremo ricorso”

La ricostruzione dei fatti da parte dell’accusa

Il giovane è stato pestato a morte a Colleferro nel settembre del 2020. Secondo la ricostruzione dell’accusa le comitive di giovani della zona si incontrano spesso a Colleferro dove ci sono diversi locali.

L’aggressione che porterà alla morte di Willy Monteiro Duarte è iniziata presso il locale Due di Picche. Qui, intorno alle 23 e 30, sono presenti i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, noti nella zona per risse e pestaggi, e Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, arrivati separatamente, mentre ad un altro tavolo c’è una comitiva di Paliano il paese di Willy Monteiro con Federico Zurma e alcune ragazze.

Le ragazze vengono prese di mira, ad un certo punto i Bianchi, originari di Artena, se ne vanno mentre Pincarelli resta e importuna una ragazza della comitiva.

All’1 e 30 Federico Zurma e Alessandro Rosati si fanno dire dalle ragazze chi le ha importunate. Li affrontano, volano insulti e minacce. Belleggia dà un pugno a Zurma che cade. Arrivano in questo momento i fratelli Bianchi che si erano appartati con due ragazze e la discussione degenera in una vera e propria rissa.

Nel fattempo nella zona è arrivato anche Willy Monteiro, nato a Paliano da genitori originari di Capo Verde. Lavora in un ristorante come cameriere con il sogno di diventare cuoco e si trova a passare in zona mentre torna casa dopo il lavoro. Accortosi della situazione cerca di far allontanare l’amico Zurma, ma viene coinvolto nella rissa, preso di mira, senza aver fatto nulla, dai due fratelli Bianchi.

Il racconto dei testimoni a questo punto si fa più drammatico: Gabriele, secondo la ricostruzione dell’accusa, gli dà un calcio al torace con la pianta del piede. Willy è a terra, non riesce a rialzarsi. A quel punto lo colpisce anche Marco Bianchi con calci e pugni. Resta con lui solo l’amico Samuele Cenciarelli. Secondo alcuni testimoni gli aggressori, compresi Pincarelli e Belleggia, infieriscono senza tregua sul corpo a terra di Willy che alle 3 e 23 del mattino ha subito talmente tanti colpi da aver subito danni irreversibili. In particolare dall’autopsia si evidenziaranno, tra gli altri, una “crepa” al cuore e un colpo di karate alla giugulare.

Intanto i Carabinieri vengono attirati dal baccano e si dirigono sul posto ma quando arrivano tanto i fratelli Bianchi quanto Tondinelli, Belleggia e Pincarelli se ne sono già andati. Sono nel locale dell’altro fratello, Alessandro. Tuttavia i militari grazie ai testimoni che hanno fatto i loro nomi e li hanno descritti sono riusciti ad identificarli, li hanno individuati e arrestati. 


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE