Enrico Varriale
2 minuti per la letturaROMA – Enrico Varriale in un’intervista a Repubblica ha raccontato la sua vicenda giudiziaria, che lo vede a processo per stalking e violenza ai danni della sua ex compagna.
Il giornalista della Rai ha raccontato le difficoltà di un rapporto con una donna sposata con un altro uomo e che voleva concludere proprio per la mancata scelta di lei di interrompere la sua relazione.
La donna “come tappa intermedia – ha raccontato Varriale – aveva preso casa vicino alla mia, ma continuava a non decidere”.
Fatto sta che la sera del 5 agosto, quello che sarebbe stato determinante per la denuncia da parte della donna, “mentre eravamo a casa sua, ha cominciato ad accennare ad avventure che avevo avuto, mi accusava di averla tradita, che era gelosa, ma non ne aveva motivo e abbiamo litigato. Non le ho mai messo le mani al collo. E’ stato un litigio, alla fine avevo un occhio nero, ma non le ho mai messo le mani al collo. Il portiere mi ha visto andare via. Avevo la maglia strappata a brandelli. Al Gemelli le hanno fatto una prognosi, di cinque giorni per un’abrasione”.
“Io non ho mai picchiato una donna – ha detto ancora Varriale a Repubblica – sono della scuola che nemmeno con un fiore. Mia moglie, le mie figlie, le mie colleghe, le collaboratrici, lo sanno bene. Questo è stato il primo 25 novembre della mia vita professionale in cui non ho moderato o partecipato a qualche evento importante in difesa delle donne”.
“Non deve capitare. Ammetto che è capitato – ha detto ancora il giornalista – non mi sono controllato. Ci siamo colpiti. Ma quello che è capitato, di cui mi vergogno, va inserito nel giusto contesto. Non sono un violento, non sono uno stalker, non ho provato a strangolarla. Dal 6 agosto al 27 settembre 43 messaggi al telefono. Eravamo abituati a scambiarcene trenta-quaranta al giorno…
E la Rai? “Si è comportata con me in modo corretto, non mi ha sospeso come è stato scritto. Poi, certo non ero contento. E di questo mio disagio professionale avevo messo a parte la mia compagna del tempo. Ma no, non c’entra niente con quello che è successo”.
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