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Mai come quest’anno la cerimonia dei David di Donatello – in programma martedì 3 maggio in prima serata su Rai Uno – sarà una festa per pochi. In diretta dagli studi di CineCittà andranno in onda, dinanzi ad un pubblico generalista, i premi che il cinema italiano consegna a sé stesso al termine di un anno in cui il pubblico generalista al cinema a vedere i film italiani non ci è andato.

Quella del 3 maggio sarà una premiazione che rischia di tramutarsi in uno show anacronistico, scollato dalla realtà, che potrebbe mandare al pubblico incollato alla Tv e alle piattaforme un messaggio diverso, deforme. Una realtà che passerebbe dissimulata, una festa con i buoni propositi consegnata ad uno spettatore non affezionato a ciò di cui si sta parlando.

Perché il 2021 non ha regalato soddisfazioni, anzi ha determinato l’ingresso ufficiale delle piattaforme all’interno del sistema cinematografico a discapito della sala. Una sala che ha registrato perdite sanguinose, con punte del -70%, con enorme disaffezione per il cinema italiano, il grande sconfitto della stagione.

Gli unici tre titoli che hanno incassato sono stati due: Me contro Te (secondo e terzo capitolo, per un totale di 10 milioni di euro a distanza di sei mesi) e Come un Gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, incredibilmente snobbato dall’Accademia del Cinema Italiano che, come al solito, per darsi un tono, ripudia la risata anche se i protagonisti si chiamano Paola Cortellesi e Antonio Albanese e la regia è firmata dall’unico autore che, in questo momento, riesce a portare spettatori al cinema, lo stesso Riccardo Milani del “miracolo” Corro da te (che, chissà, magari verrà preso in considerazione per l’edizione 2023).

La maggior parte delle nomination di questa edizione dei David (condotti da Drusilla Foer e Carlo Conti) sono appannaggio di soli cinque titoli. Messi insieme questi film hanno incassato a mala pena 10 milioni di euro, e parliamo di titoli tra i più visti. Cinque su circa trecento prodotti e centocinquanta usciti nelle sale, si spartiscono gli Oscar del Cinema Italiano nell’anno più buio, addirittura peggiore del 2020.


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