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Ora che le piattaforme sono diventate i principali finanziatori del cinema, le cose potrebbero cambiare. Le stesse potrebbero avere uno scatto di neoliberismo illuminato e rendersi conto della necessità di una Restaurazione, un Congresso di Vienna del cinema in sala per guardare al futuro. Ma come? Tornare indietro per guardare avanti?
Sì. Bisogna che lo Streaming capisca davvero, guardando alla luna e non al proprio indice, che lo sfruttamento di un film al cinema genera un valore per quel prodotto (se di qualità).
Prendiamo l’ultimo film di Paolo Sorrentino. Il passaggio in sala e quello su Netflix sono avvenuti quasi contemporaneamente, a distanza di tre settimane, tra fine novembre e dicembre. Dire quanti abbonamenti abbia portato quella “prima visione” è impossibile, ma certamente ha avuto il suo effetto.
Siamo però sicuri che il suo valore non sarebbe stato maggiore se il film fosse uscito in piattaforma a distanza di mesi, magari qualche giorno prima degli Oscar? Gli abbonamenti si fanno sulla massa, alimentata dalla comunicazione. Decisiva è l’eco che arriva allo spettatore medio, il vero ago della bilancia, il portafoglio pubblico al quale tutti vogliono attingere.
Ma se lo spettatore medio va al cinema una o due volte l’anno, quanto può aver influito su di lui l’uscita in “prima visione” del film di Sorrentino affinché sottoscrivesse o rinnovasse il suo abbonamento a Netflix? Lo spettatore medio, che oggi diserta la sala, ha un’offerta “multiverso” e snobba il cinema perché ha fin troppe cose da vedere.
Lo spettatore medio, che chiameremo Mario, guarda intrattenimento, comicità, serie Tv (le vecchie fiction di una volta) e tanto calcio. Del cinema, Mario, purtroppo, può fare a meno. Anche perché Mario vedeva Checco Zalone, Verdone, De Sica e Pieraccioni, e tornerà a vederli alla prima occasione.
Allora, per le piattaforme, coproduttrici del cinema, tanto vale investire sull’uscita in sala per avere un valore aggiunto tre mesi dopo. Tanto più quel film avrà successo, tanto Mario avrà un motivo in più per abbonarsi. E forse anche tornare al cinema.
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