La Corte di Cassazione
2 minuti per la letturaDon Livio Graziano, prete della diocesi di Aversa (Caserta), riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minore anche in Cassazione
CASERTA – “Mi rassegno alle decisioni della giustizia degli uomini. E rivendico, come già fatto nel corso del processo, la mia innocenza rispetto alle accuse rivolte”. Così, poco prima che ricevesse la notifica dell’ordine di carcerazione per definitività della pena, il prete don Livio Graziano ha voluto commentare la notizia della condanna divenuta definitiva a 8 anni di reclusione per l’accusa di aver commesso abusi sessuali ai danni di un minorenne.
A rendere note le sue dichiarazioni è l’avvocato Gianpiero De Cicco, il legale di fiducia che lo ha difeso nei gradi di giudizio che si sono susseguiti nel corso degli ultimi tre anni fino alla sentenza definitiva della Cassazione. Mercoledì scorso, infatti, la Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda che ha visto protagonista il prete della diocesi di Aversa (Caserta), riconosciuto colpevole dai giudici di tre gradi di giudizio di aver più volte abusato di un ragazzino di 13 anni (oggi, anno 2024, di 15 anni) a lui affidato dai genitori, nel 2021.
“Rompo il silenzio che ho osservato fino ad oggi a fronte di articoli di stampa ed a dichiarazioni menzognere e diffamanti, – tiene a precisare ancora il prete – per ribadire che non ho mai fatto abusi sessuali su nessuno e che soffro di una condizione fisica debilitante e invalidante. Mi limito a constatare la superficialità ed il pregiudizio – ha sottolineato infine don Livio Graziano – che hanno accompagnato il processo. Emblematica è la vicenda del sequestro dei conti correnti bloccati per mesi per effetto di un decreto della Corte di Appello di Napoli definito “abnorme” dal Tribunale del riesame di Napoli. Confido – ha quindi concluso il sacerdote – sulla Giustizia Divina alla quale mi rimetto con fiducia”.
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