Virgina Saturno
2 minuti per la letturaTROPEA – Primi scossoni amministrativi dopo l’inchiesta della Procura e della Guardia di finanza di Vibo che ha portato all’arresto di tre persone, tra cui il dipendente comunale Francesco Trecate, zio dell’attuale assessore Greta Trecate, e scoperto quello che è stato definito il “cimitero degli orrori”.
Sì, perché in serata si è dimessa la consigliera comunale di minoranza Virginia Saturno (Rinascita per Tropea) profondamente colpita da quanto avvenuto.
Completamente estranea ai fatti, l’ex componente del consesso è arrivata a tale decisione «dopo un’attenta riflessione, nel silenzio straziante di un sacrilegio compiuto e di uno degli avvenimenti più gravi e bui della nostra storia recente. Sono arrivata ad una conclusione che discosta parecchio dal modus operandi manifestato recentemente da questa amministrazione e anche da quello dei miei sodali di opposizione; i fatti accaduti, dal mio punto di vista, vanno aldilà di ogni riflessione politica o sociale, toccano gli animi e il cuore nei sentimenti più intimi di tutti noi e non esiste alcun aggettivo per definirli perché, per ciò, definizione reale non esiste. Il mio pensiero va alle famiglie di quei corpi, va alle anime profanate e va anche a chi nessuno sembra pensarci ovvero ai congiunti delle persone coinvolte che molto probabilmente saranno straziati dal senso della vergogna per degli atti di cui non sono responsabili e che molto probabilmente manco immaginavano nella loro atrocità. Il senso di pudore, ma soprattutto di smarrimento, che ho sentito in questi giorni mi ha affranta nel profondo dei miei sentimenti e non nascondo di sentirmi tutt’ora un poco “pulcinella” anche io».
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La Saturno ha affermato in sostanza di «non sapere, non immaginare» cosa stesse scadendo «ma sicuramente dovevo vigilare in maniera più accorta e sentire le “voci” che aleggiavano perché quello era il ruolo assegnatomi dalle urne, mi sono sentita anche io un poco responsabile e provo smarrimento di fronte a quello che ancora potrebbe succedere o uscire fuori da queste inchieste come asserito da più di un inquirente, e il fatto di non sapere non mi mette in una posizione di forza ma bensì mi sa sentire debole e inutile di fronte a cotanta atrocità morale».
Si definisce la più piccola del Consiglio, la meno esperta ma rivendica una propria «morale, un’ etica e nessuna voglia di “giocare” alla Politica, per tanto, cercando di evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione, credo che l’unica cosa da fare sia dimettermi da un ruolo che non mi appartiene più. La nostra comunità merita in questi momenti azioni forti e di coraggio, merita un sostegno “pulito” e nel cuore, le poltrone, i titoli ora hanno poca importanza. Come l’araba Fenice che rinasce dalle ceneri merita una nuova rinascita, un nuovo percorso per cercare di mettersi alle spalle questa oscurità che l’ha avvolta».
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