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VIBO VALENTIA – La situazione del carcere di Vibo torna di attualità. Dopo la nota congiunta di quattro sigle sindacali sulla carenza di personale di polizia penitenziaria, stamani il segretario provinciale del Sappe, Francesco Ciccone, si è recato presso il prefetto di Vibo per sottoporgli la questione divenuta “ormai insostenibile” ricordando come la stessa organizzazione, già nel 2017, si fosse fatta carico nel rappresentare all’amministrazione penitenziaria la “gravissima carenza organica che passava da 142 a 246 unità. Successivamente però, per l’Istituto veniva prevista l’istituzione della Sezione Protetta Promiscua, associata alla difficile gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, molti dei quali non possono convivere in regime comune con altri ristretti poiché in attesa di essere assegnati in strutture psichiatriche della penisola, in Rems e così via”.
Tuttavia, la situazione è andata sempre più aggravandosi in quanto l’istituto, predisposto ad accogliere circa 435 detenuti, risulta “essere al limite della capienza. Questo determina forti problemi sia per il regolare mantenimento dell’ordine, sicurezza e disciplina dell’istituto stesso nonché per la stessa convivenza intramuraria dei detenuti, in corrispondenza soprattutto con l’apertura, nel 2020, del già citato reparto Protetto promiscuo che ospita quasi 30 detenuti tutti con problemi di convivenza, psichiatrici. Altro carico di lavoro è nell’aumento significativo dei colloqui e delle telefonate. In particolare, si attente di dotare l’Istituto di ulteriori postazioni che serviranno a gestire l’emergenza legata al sovraffollamento. Nello specifico il lavoro dei Poliziotti Penitenziari che, di riflesso, risulta enormemente gravoso, è aumentato a dismisura, a seguito dell’Operazione della Dda di Catanzaro “Maestrale-Carthago” che ha visto l’ingresso di 22 detenuti, che purtroppo aggraveranno il già difficile lavoro della Polizia Penitenziaria”.
Ciccone ha evidenziato al prefetto Grieco che ogni reparto detentivo “è ormai saturo, con la presenza di detenuti oltre ogni limite” e che la vigilanza è garantita da un solo agente che opera cercando di assicurare “il mantenimento dell’ordine all’interno del reparto stesso. Il compito viene espletato con grande sacrificio. Chi opera nei reparti detentivi si sobbarca di mansioni lavorative che dovrebbero essere assolte da almeno due unità in regime ordinario, con una presenza di circa 55 detenuti; mentre una sola unità oggi deve gestire circa 90 detenuti presenti per ogni sezione. Nella maggior parte dei casi si assiste anche all’accorpamento di più posti di servizio, gravando ancor di più il lavoro e le responsabilità sul personale chiamato ad operare”. Per il sindacalista è quindi a rischio la stessa incolumità degli operatori penitenziari che dovrebbero essere, come da pianta organica 246 ma che invece risultano 150 così suddivisi: 22 svolgono servizio presso il Nucleo Traduzioni e piantonamenti, circa 30 unità svolgono servizio negli uffici, 18 è il numero di personale assente per distacco in altre sedi o presso l’Ospedale Militare di Messina) ed infine, solo 80 unità svolgono servizio presso i reparti detentivi: “Un ulteriore aggravio che si ripercuote quotidianamente in maniera incisiva sui servizi della Polizia Penitenziaria è di certo quello che attiene al servizio delle Traduzioni e dei Piantonamenti.
Il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti è composto da 22 unità di Polizia Penitenziaria ed è tenuto a garantire i servizi relativi ai trasferimenti dei detenuti presso le Aule di Giustizia, presso altri Istituti, nei vari nosocomi per visite specialistiche, l’esecuzione dei permessi ai detenuti con scorta ed altri servizi collegati. Il personale suindicato deve altresì assicurare servizi di notifica a coloro che sono sottoposti a misure cautelari non custodiali, quali, tra l’altro, arresti domiciliari, detenzione domiciliare etc. Nella maggior parte dei casi, proprio per garantire i surrichiamati trasferimenti, si è costretti ad attingere personale dal servizio interno d’istituto, abbassando inevitabilmente i livelli minimi di sicurezza”. Segnalato inoltre come la gravissima carenza idrica che interessa a volte la città di Vibo Valentia crei problemi in quanto “durante le giornate più calde vi sono momenti di tensione causate spesso dalle carenze idriche che gioco forza ricadono sulla gestione già difficile della popolazione detenuta”. Disagi infine anche sugli straordinari, con l’amministrazione penitenziaria “che ha ridotto drasticamente il monte ore”.
Da qui la richiesta del sindacato di interventi “urgenti interventi in attesa che il reclutamento di personale di Polizia Penitenziaria del ruolo agenti-assistenti permetta ai Superiori Uffici di integrare le unità di personale in servizio a Vibo Valentia per assicurare quotidianamente il mandato istituzionale previsto per il Corpo della Polizia Penitenziaria”.
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