L'uomo rimasto a terra dopo l'aggressione
4 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Oltre alla gravità del gesto, il dato preoccupante è dettato dalla mancanza di collaborazione. È quanto emerso dalla conferenza stampa convocata stamane alle 11.00 presso la sede del comando dei Carabinieri di Vibo Valentia. Francesco Barbieri, 20 anni, residente a Pannaconi di Cessaniti, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio nei confronti di Domenico Catania, 32 anni, residente nel Capoluogo.
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Il fatto è accaduto nella notte tra sabato e domenica, in pieno centro e a due passi dai luoghi della movida. (LEGGI LA NOTIZIA)
«A seguito di quel fatto gravissimo abbiamo emesso provvedimento di fermo nei confronti del responsabile. Nella notte il soggetto si è costituito. Ma la cosa più grave, oltre al motivo banale della lite, le verifiche dimostrano che non c’è stata la collaborazione di nessuno, come emerge anche dal video», ha detto il Procuratore della Repubblica Camillo Falvo, presente durante la conferenza stampa.
«Vi è un tentativo di gruppi di giovani che cercano di avere il predominio sulla città, ragazzi armati che non ne fanno mistero, tanto da mostrarle nei pressi degli esercizi commerciali. L’ultima parola viene lasciata alle armi. Avevamo avuto delle avvisaglie, con i tentati omicidi registrati durante il lockdown, ma al contempo avevamo dichiarato guerra alle armi, tant’è che in un anno abbiamo eseguito 12 interventi con conseguente sequestro», ha continuato.
Emerge un dato, ovvero la facilità con la quale si procacciano le armi. «Registriamo ancora una volta episodi di omertà: non c’è stata alcuna segnalazione, se non quella del 118. Dellle persone sentite nessuno ha collaborato. Abbiamo notato dai filmati la presenza dei passanti che nemmeno si fermavano a capire cosa fosse successo. Neanche quando il ragazzo ferito era a terra privo di coscienza», ha asserito Falvo.
Il comandante provinciale dei Carabinieri, Bruno Capece, ha raccontato le fasi dell’indagine. «Si è preso cognizione subito dei fatti. Bisogna sottolineare lo sforzo profuso da tutto il comando provinciale, nello specifico il personale della compagnia di Vibo che ha subito attivato il dispositivo con rastrellamenti a tappeto, 30 perquisizioni, posti di controllo e quant’altro. Questo non solo per individuare l’autore, ma anche per evitare l’escalation di violenza», ha detto. Insomma, «un segnale forte, una risposta immediata».
Il capitano Alessandro Bui del Nucleo Investigativo, ha raccontato i fatti che hanno portato alla sparatoria. «C’è stata una rissa avvenuta attorno all’1:00, dopodiché i ragazzi si sono riorganizzati. Il giovane arrestato si è armato ed è ritornato a Vibo centro, reagendo alla rissa con una risposta armata. Alcuni presenti dividevano, altre fomentavano, quando il ventenne ha approfittato del momento facendo fuoco. Il fermato ha tentato in un primo momento di sparare, ma l’arma si è inceppata tant’è che abbiamo trovato un colpo inesploso. Poi ha sparato a bruciapelo. Sul posto abbiamo trovato la sua autovettura con le chiavi inserite, il telefono abbandonato, segno che alcune persone hanno favorito la fuga. Al momento del ferimento vi erano almeno quindici persone, ma noi siamo intervenuti solo quando abbiamo ricevuto la chiamata dal 118», ha raccontato.
«La vittima è imputata in “Rinascita”, mentre l’autore del ferimento, Francesco Barbieri, è figlio e fratello di soggetti coinvolti nella medesima operazione, nonché nipote del boss di Zungri Peppone Accorinti. I complici sono in via di identificazione, non sarà tralasciato nessun soggetto e stiamo valutando accuse non solo per favoreggiamento, ma anche per omissione di soccorso perché non è possibile che non si intervenga a prestare soccorso ad una persona attinta da un colpo di arma da fuoco», ha affermato il Procuratore Falvo.
Un ulteriore dettaglio inquietante è stato fornito dal comandante Capece: «Neanche il ferito ha parlato, anzi è come se avesse saputo da noi di essere stato attinto». Ci saranno conseguenze, ha asserito Camillo Falvo: «Ho parlato col prefetto, verranno presi i dovuti provvedimenti. Ho avuto diverse segnalazioni da parte dei genitori, con i figli che hanno assistito alla spavalderia nel mostrare le armi di alcuni soggetti. Tantissimo è stato fatto in questi anni, ma ci sono ambienti dove si cresce ancora a pane e pistole», ha concluso.
Il ringraziamento del Procuratore è andato a tutta la Benemerita, compresi anche gli altri presenti alla conferenza stampa: Stefano Scollato, comandante della compagnia di Vibo, Valentina Grillo, comandante della 1ª sezione del Nucleo Investigativo, ed al sostituto procuratore Luca Ciro Lotoro, che ha seguito in prima linea le indagini che hanno portato all’arresto.
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