L'ivoriano Souymaila Sackò
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – La procura generale di Catanzaro ha chiesto la conferma della condanna di primo grado a 22 anni di carcere per Antonio Pontoriero, unico imputato al processo d’Appello per l’omicidio del maliano Souymaila Sackò, che si è aperto davanti la corte di Assise. Delitto avvenuto il 2 giugno del 2018 a colpi di fucile esplosi dal 47enne di San Calogero, nel Vibonese, nell’area dell’ex fornace “La Tranquilla”.
Nel corso della sua requisitoria il sostituto procuratore generale, Salvatore Di Maio ha ripercorso tutte le tappe della tragica vicenda che fino all’arresto dell’imputato avvenuto pochi giorni dopo il delitto ad opera dei carabinieri.
Le arringhe dei legali di Pontoriero, gli avvocati Francesco Muzzopappa e Salvatore Staiano, si svolgeranno il 7 dicembre prossimo, mentre hanno concluso gli interventi i patroni di parte civile, nelle persone degli avvocati Arturo Salernie Mario Angelelli, nell’interesse dei familiari di Sacko e dell’Unione sindacale di base.
Le motivazioni del delitto risiedono nella volontà di Pontoriero di impedire l’accesso di estranei all’area del sito industriale dismesso, contenitore di una enorme mole di rifiuti, anche pericolosi, che tuttavia non era di sua proprietà e all’interno della quale si verificavano furti di materiale.
Sackò, che viveva nella vicina tendopoli di Rosarno, si era recato, con due amici, sul posto per prendere delle lamiere al fine di costruire una struttura in cui abitare ma venne ferito mortalmente dai colpi di fucile. La morte del maliano, tra l’altro esponente sindacale dell’Usb, avvenne poco dopo.
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