L'auto carbonizzata di Stefano Piperno
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di primo grado a carico di Ezio e Francesco, imputati nel processo per l’uccisione del 29enne Stefano Piperno, avvenuta a Nicotera il 19 giugno del 2018. Il giovane, mediatore culturale, su ammazzato a colpi di pistola e poi bruciato nella sua auto nelle campagne di Comerconi.
Stamani la Corte (presidente Consentino a latere Commodaro) ha quindi inflitto, in linea con quanto aveva fatto il gup di Vibo al termine del processo in abbreviato (LEGGI), 30 anni di reclusione a Ezio Perfidio, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, mentre 6 anni al padre Francesco al quale venivano contestati la distruzione del cadavere, reati in materia di droga e detenzione di armi.
Secondo l’accusa della Procura di Vibo, il movente del delitto sarebbe invece da ricercare nelle pressanti richieste della vittima finalizzate ad ottenere dello stupefacente del tipo cocaina, pur avendo maturato debiti pregressi con gli aggressori.
La difesa, nella persona dell’avvocato Francesco Sabatino, aveva chiesto l’assoluzione per i propri assistiti. Parte civile i familiari della vittima rappresentati al processo dagli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza.
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