Il tribunale di Vibo Valentia
2 minuti per la letturaVIBO VALENTIA – Il fascicolo non si trova e la madre della vittima scoppia in un pianto di rabbia. Al palazzo di giustizia di Vibo Valentia, già alle prese con processi arenati da anni e prescrizioni a go-go, questa circostanza, assurda e irreale, non è purtroppo una novità.
Ieri si è consumato l’ennesimo capitolo di una storia che, come detto, si ripete ciclicamente. Il processo è quello per il procurato aborto del piccolo Santiago Arena che vede imputato il ginecologo Rocco Fiasché. Ma questa mattina, in occasione di una delle prime udienze dibattimentali in cui dovevano deporre dei testimoni chiave, il colpo di scena che non ti aspetti: il presidente del Tribunale monocratico, Anna Moricca, annuncia di non aver con sé la documentazione del caso. Insomma quei numerosi faldoni in cui sono contenuti tutti gli atti relativi al procedimento penale non si trovano. Pertanto si rende necessaria la sospensione dell’udienza e il conseguente rinvio al 14 ottobre, il tutto sotto lo sguardo esterrefatto dei presenti e in particolare dei patroni di parte civile, gli avvocati Carmine Pandullo e Francesco Arena, nonché della madre del piccolo, Maria Antonietta Ferrinda, che scoppia, come detto, in lacrime assalita da una rabbia comprensibile.
«E’ un fatto gravissimo – hanno commentato i due legali di fiducia – che un palazzo di giustizia smarrisca i faldoni processuali. Abbiamo cercato di parlare con il presidente della sezione penale, Lucia Monaco, e col presidente del Tribunale, Alberto Filardo ma entrambi non erano in sede. Ci auguriamo a questo punto che la documentazione necessaria per affrontare il processo venga reperita prima della prossima udienza. Oggi erano in programma tre testimonianze fondamentali ai fini della decisione, e invece abbiamo avuto questa bella sorpresa che ci lascia l’amaro in bocca».
Già in passato, come detto, si erano verificate situazioni analoghe. Nel 2014 era stato smarrito un supporto magnetico delle testimonianze al processo dell’Alluvione del 2006, poi al Giudice di pace per diverso tempo, e con una cadenza fissa, non si sono trovati numerosi fascicoli, sia datati che recenti, e ancora topi nelle stanze di quest’ultimo ufficio e via dicendo. Insomma, un panorama poco invidiabile.
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