I sigilli all'impianto dell'Alaco
1 minuto per la letturaVIBO VALENTIA – Tutti a processo. Il 21 aprile del 2017. La decisione è giunta nell’udienza odierna che ha sancito, attraverso la voce del giudice dell’udienza preliminare Lorenzo Barracco, il dibattimento per tutti e 16 gli indagati nella vicenda dell’inquinamento delle acque dell’Alaco, l’enorme bacino artificiale nelle Serre che serve numerosi paesi del Vibonese e altrettanti della provincia di Catanzaro. Ma non solo.
A sostenere l’accusa non ci sarà il pubblico ministero Benedetta Callea, che ieri ha reiterato la richiesta di rinvio a giudizio per i 16 ma anche cinque associazioni a difesa dei consumatori e un comitato civico che hanno ottenuto l’ammissione al dibattimento come parte civile per come formalmente richiesto lo scorso 14 luglio.
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E DEL SEQUESTRO DELL’ALACO
E così, nella primavera inoltrata del prossimo anno saranno chiamati a rispondere davanti al Tribunale collegiale Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro (quale presidente Sorical); Giuseppe Camo (Sorical); Maurizio Del Re e Sergio De Marco (Sorical), Giulio Ricciuto (responsabile impianti potabilizzazione); Ernaldo Biondi (Sorical Vibo); Vincenzo Pisani (addetto trattamento acque); Massimiliano Fortuna; Pietro Lagadari; Domenico Lagadari; Fabio Pisani (responsabile pro tempore ufficio tecnico Comune Serra San Bruno); Roberto Camillen (responsabile pro tempore del settore manutentivo Comune Serra); Francesco Catricalà (dirigente Asp Soverato); Fortunato Carnovale (dirigente Asp Vibo); Rosanna Maida (dirigente prevenzione salute Area-Lea); Domenico Criniti, ex sindaco di Santa Caterina dello Ionio. Tutti si dovranno difendere dalle accuse, mosse a vario titolo, di avvelenamento colposo di acque, inadempimento contrattuale, falso, interruzione di servizio e omissione.
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