Giorgio Marchesi e Serena Rossi
4 minuti per la letturaGran finale per “La Sposa”, che chiude in bellezza suggellando il record di ascolti con il 31,8% di share e quasi sette milioni di telespettatori, il programma più visto di ieri in assoluto.
L’ultima puntata della fiction diretta da Giacomo Campiotti con Serena Rossi e Giorgio Marchesi ha premuto al massimo sull’acceleratore di passioni, peripezie, intrighi e disgrazie varie – tanto che, appena qualche spoiler aveva fatto trapelare la notizia della morte di Italo, sui social si erano accese le proteste contro l’infausto destino scelto dagli autori per la beniamina protagonista della serie. Alla quale non solo uccidono il marito, primo grande amore e padre del figlio che porta in grembo, ma deve pure assistere alla deriva delinquenziale dell’adorato fratello e patire le minacce dell’ex spasimante, una gravidanza pericolosa e l’altro figlioletto rinchiuso in un istituto psichiatrico perché scomodo testimone di un delitto.
Ce n’è stato per tutti i gusti, insomma, con il pubblico (secondo l’Auditel soprattutto femminile e di età matura) letteralmente sciolto di commozione nelle due scene madri di ieri sera, quando Maria fa a Italo la sospirosa dichiarazione “sSi tu mio marito, ci siamo scelti” e poi con il piccolo Paolino che esce dall’istituto e la chiama mamma – topic trend sui social in queste ore sui vari gruppi creati appositamente per commentare in diretta la fiction.
Una trama da romanzone ottocentesco, strappalacrime e sentimentalmente iperbolica, che ha fatto entrare nel cuore del languido pubblico il personaggio di Maria, tanto da chiedere a furor di popolo una seconda stagione. Al momento non ci sono conferme ufficiali, ma le scene finali, dove si vede Maria in festa che danza insieme al dottore, ha fatto ipotizzare a molti che la storia avrà un seguito con un nuovo legame amoroso per la bella sposa. Ma non è solo il prevedibile plot rosa a far pensare a una seconda parte, poiché la fiction si conclude con la creazione di una cooperativa di donne: il tema centrale della serie è infatti il processo di emancipazione femminile negli anni Sessanta e su questo filone gli sceneggiatori potranno sbizzarrirsi in un eventuale sequel.
Magari correggendo gli errori storici che hanno tirato addosso alla miniserie critiche trasversali da Calabria e Veneto, dove tanti si sono sentiti offesi dalla percezione stereotipata dei due territori e le evidenti inesattezze sull’ambientazione temporale della storia. Le consulenze allo script non mancherebbero dai vari intellettuali e storici che in queste settimane hanno segnalato gli errori. L’ultima puntata non ha mancato di inserire pure un accenno alla ‘ndrangheta, con il perfido ex fidanzato Antonio Lo Bianco, emigrante arricchito che si allude essere vicino a certe “famiglie” e curiosamente porta un nome noto alle cronache calabresi – roba da specialisti dell’argomento, forse è stata soltanto una sfortunata coincidenza capitata agli autori.
Nonostante malumori e scontentezze varie, questa fiction è stata un innegabile successo e tra l’altro, guardando ai dettagli dell’audience, proprio la Calabria, insieme a Basilicata, Puglia e Campania, a far registrare le percentuali maggiori di share. E non si nasconde l’auspicio che, nel caso di una seconda stagione, a favor di promozione territoriale il prossimo set sia finalmente qui (dove Campiotti ha già girato una fiction e un film) anziché nel Gargano prestato a rappresentare nella narrazione filmica il paesino dell’entroterra calabrese di cui è originaria Maria.
Polemiche a parte, resta il fenomeno dell’altissimo gradimento del pubblico italiano per storie drammatiche e avventurose al confine con la telenovela, dove i colpi di scena si susseguono (spesso con effetto assai poco credibile) e infine tutti i nodi si sciolgono felicemente. Un genere molto frequentato con diverse gradazioni di qualità artistica da cinema e letteratura, ma che negli ultimi anni si è avvicinato emotivamente alla vita vera. In fondo, se pensiamo a quello che stiamo attraversando con la pandemia, le tremende avversità che colpiscono Maria non ci sembrano così assurde e anzi la sua capacità di reagire e uscirne vittoriosa fanno bene al cuore. Almeno sugli schermi l’happy ending è quasi un diritto, un risarcimento dovuto.
Sulla comminity “La sposa” qualcuno lancia maledizioni agli “assassini e mafiosi di m…” responsabili della morte di Italo. Questa cosa, la tragica separazione tra Maria e il suo sposo, non è piaciuta a nessuno. Un follower commenta tristemente: “La vita è già amara di suo il lieto fine ce lo meritavamo”.
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