Il Ministro degli Affari regionali, Roberto Calderoli
1 minuto per la letturaGRANDI sostenitori e altrettanti grandi detrattori. Come prevedibile, l’autonomia differenziata targata Calderoli sta facendo molto discutere tutto il mondo politico e non solo. A sostenerla senza riserve è, ovviamente, la Lega, che con il Ministro degli Affari regionali, Roberto Calderoli appunto, ne ha fatto la sua bandiera del momento. Fino a un paio di giorni fa, però, oltre alla netta contrarietà dell’opposizione, c’era una certa fibrillazione anche nella maggioranza per la prima versione del testo circolata più o meno informalmente.
Ma adesso l’accordo è stato trovato, un accordo basato sulla necessità di evitare la creazione di italiani di serie A e di serie B, come ha chiarito Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato. L’accordo, tutto politico, è arrivato dopo l’ultimo vertice di Palazzo Chigi, tra il Premier Meloni, i vice Tajani e Salvini e i Ministri coinvolti. Insomma, tra tutte le diverse anime della maggioranza. Rispetto al testo originario, la modifica più significativa è che sarà più centrale il ruolo del Parlamento per stabilire i Lep, i livelli essenziali di prestazione che servono ad evitare gli squilibri tra le Regioni. Ma sarà anche superato il criterio (criticato dai più) della spesa storica e le Regioni saranno obbligate a definire costi e fabbisogni standard perché vi sia effettivo trasferimento di funzioni. Insomma, una piccola rivoluzione.
A questo punto, il disegno di legge potrebbe approdare in Consiglio dei Ministri già questa settimana per l’esame preliminare, in modo da gettare la prima pietra prima delle prossime elezioni regionali di febbraio in Lombardia.
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