Un momento della manifestazione
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Una grande partecipazione ha caratterizzato la catena umana realizzata sulla scalinata del teatro Cilea a Reggio Calabria, promossa da Laura Bertullo, presidente della Commissione Pari opportunità della Città Metropolitana di Reggio Calabria e a cui hanno preso parte centinaia di persone in rappresentanza di associazioni, movimenti e istituzioni.
Una catena umana voluto per manifestare solidarietà a Maria Antonietta Rositani, vittima, ancora oggi ricoverata al Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale di Bari, della violenza degli scorsi giorni che ha visto l’ex marito, Ciro Russo (LEGGI LA NOTIZIA DEL SUO ARRESTO) tentare di ucciderla dandole fuoco mentre era a bordo della propria auto a Reggio Calabria (LEGGI LA NOTIZIA).
«C’è una madre, che dal letto di ospedale, si preoccupa solo dei propri figli – ha detto la presidente Bertullo – e ci sono due figli che aspettano, a casa, la loro madre. Da questa piazza si alzi il grido ‘Basta violenza sulle donne’. In una società che si professa civilizzata non è dato più pensare che si usino parole per giustificare la violenza maschile con giustificazioni del tipo ‘tempesta emotiva’ o altro. Non lo possiamo più permettere. La violenza sulle donne non è solo violenza fisica, è anche violenza psicologica, spesso violenza economica, prima di sfociare nel femminicidio, o come in questo caso, speriamo, in un tentato femminicidio».
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«Vedo tante donne e pochi uomini – ha detto il sindaco Giuseppe Falcomatà – e questi messaggi prima li dovremmo lanciare a noi stessi. La nostra vicinanza è qui dico ad Antonietta, che, al suo ritorno, sarà sostenuta ed accompagnata dalle istituzioni. In questi casi – ha detto ancora il sindaco – bisogna essere molto poco istituzionali e dire le cose come stanno, e come ho avuto modo di dire in occasione di attentato ad un imprenditore della città: ci siamo rotti. Ci siamo rotti della violenza sulle donne, di chi riversa sul gentil sesso li propri fallimenti personali, lavorativi. Questo nostro messaggio arrivi a Bari, ad Antonietta, e la faccia sentire meno sola. L’amore è un’altra cosa».
Tra le persone presenti c’era anche la figlia di Maria Antonietta Rositani che ha detto ai presenti: «Ve lo dico con il cuore in mano al primo schiaffo dite di no. Non aspettate che arrivi il secondo o il terzo. La vicenda di mia madre non è la prima, e, purtroppo, non sarà l’ultima».
«”Al primo schiaffo, dite no”. La lezione più bella ce l’ha data la figlia di Antonietta oggi insieme a tutte noi per ribellarsi e dare un senso alla sofferenza della sua mamma. Perché anche un grande dolore può custodire i germogli di un buon raccolto, fatto di speranza, consapevolezza e soprattutto rispetto dell’altro. Questo ci insegna la bellissima manifestazione di Reggio Calabria, in cui donne e uomini esprimono la loro vicinanza ad Antonietta, la donna tragicamente data alle fiamme dalla mano brutale dell’ex marito, e a tutte le donne che in Calabria e nel mondo sono vittima di violenza». A sostenerlo è stata la deputata del Pd Enza Bruno Bossio. «Penso alla ragazza stuprata a Melito Porto Salvo – prosegue la parlamentare – in nome della quale eravamo proprio a Reggio Calabria in un grande momento di partecipazione e commozione. Penso a Fabiana Luzzi, che rivive nel coraggio della madre e della sorella. Ma penso anche alle piazze che ieri si sono riempite di giovani per la battaglia ambientalista. Servono le leggi ma serve soprattutto un corale impegno collettivo, che metta al centro le nuove generazioni».
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