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Una nave container nel porto di Gioia Tauro

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Il porto di Gioia Tauro, continua a segnare costanti trend di crescita nell’ultimo quinquennio. Aumenta ancora il traffico dei container.



GIOIA TAURO – Quest’anno ricorrerà il 30° anniversario dell’arrivo della prima nave portacontainer nel porto di Gioia Tauro. Era il mese di ottobre del 1995 e le premesse per poter festeggiare una ripresa alla grande del terminal container più grande d’Italia ci saranno tutti, avendo chiuso lo scalo il 2024 tagliando il suo massimo traguardo in tutti questi primi 29 anni con un traffico dei container destinato a superare il suo record, registrando volumi per 3.940.447 teus superando dell’11% quelli del 2023 con un incremento di ben 548 mila e 827 teus, che quasi certamente sarà destinato a sforare di gran lunga i quattro milioni di teus di volumi movimentati nel 2025, anno del trentennale del terminal container.

PORTO DI GIOIA TAURO, RISULTATI STORICI

Risultati storici, nonostante l’anno appena trascorso sia stato segnato da tante sfide superate. Prima tra tutte la minaccia rappresentata dalla direttiva europea Ets che, nel creare una distorsione della concorrenza di mercato, penalizza i porti mediterranei destinati al “transhipment” favorendo i concorrenti scali della sponda africana.
Una minaccia che non ha scalfito le ottime performance dello scalo calabrese. Uscito indenne anche dalla crisi internazionale dei traffici marittimi dovuta all’instabilità geopolitica del mar Rosso, che ha costretto gli armatori a circumnavigare l’Africa pur di raggiungere il porto di Gioia Tauro.
Porto che continua così a manifestare costanti trend di crescita nell’ultimo quinquennio. Da quando, cioè, si sfiorò la catastrofe visto che stava balenando nel 2019 il rischio di ben 900 licenziamenti, dei quali 400 già fatti ed altri 500 annunciati con volumi che superavano di poco i due milioni teus. Che confermavano una crisi di gestione del terminal che poteva evolvere al peggio, non esclusa la possibile chiusura.

PORTO, GLI ANNI DELLA CRISI


Furono mesi terribili di proteste e di preoccupazioni trancianti. Mancavano i traffici e soprattutto mancava una visione di futuro di uno degli azionisti che esprimeva il management del terminal: la Contship Italia che si rifiutava di ammodernare l’equipment del terminal. Davanti alle proteste continue scattarono due decisioni coraggiose.
La prima, quella del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Andrea Agostinelli di mettere in mora Contship Italia minacciando il possibile ritiro della concessione delle banchine e del terminal.
La seconda, quella coraggiosa dell’altro azionista del porto gioiese, la Til del gruppo Msc, che proprio nel momento più delicato sciolse ogni indugio e decise dopo trattative estenuanti di comprare la quota di Contship Italia rilevando interamente lo scalo.

Chi dimentica quando nel corso di un’infuocata assemblea, con i portuali in sciopero da giorni, il manager di Til Paolo Maccarini, mandato a Gioia Tauro dal patron di Msc Gianluigi Aponte, affrontando i portuali esausti, annunciò la decisione del suo gruppo di rilevare lo scalo in crisi promettendo il suo rilancio. Il potenziamento dei mezzi di banchina e di piazzale e la riassunzione di tutti i portuali licenziati e soprattutto il rilancio dei volumi. Bastarono quelle parole affinché lo sciopero cessasse quasi immediatamente e si riprendesse il lavoro. Impegni ed investimenti massicci che sono diventati certezze nel volgere di pochi mesi. Da allora lo scalo ricominciò a macinare volumi su volumi, record su record, fino a quello che ha consentito di chiudere il 2024 in maniera eccellente.
Da allora non solo tutti i portuali furono riassunti, ma Til ed Msc, hanno investito, fino ad oggi, circa 250 milioni di euro, per dotare il terminal di ben 11 gru nuovissime di banchina modernissime, oltre 100 carrelli nuovi, rifacimento dei piazzali ed altri lavori necessari. Non solo, ma a tutto questo si sono aggiunti nuove assunzioni.

GIOIA TAURO, IL CONTAINER TERMINAL VA A GONFIE VELE


Il terminal di MedCenter Container Terminal, dunque, va a gonfie vele, vola e. come ha assicurato il patron Aponte, continuerà a farlo fino a diventare il primo terminal del Mediterraneo. Il segmento “automotive” gestito dal terminal Automar, invece rallenta a causa della crisi che investe il mercato delle auto. Automar ha riportato una flessione del 17% rispetto al 2023, movimentando complessivamente 306.329 autovetture nei propri piazzali. Nel 2024, il porto di Gioia Tauro ha puntato alla diversificazione dei suoi servizi portuali. A luglio scorso è stata infatti inaugurata la banchina di ponente, dove sarà predisposto il futuro bacino di carenaggio, tracciando così la strada per l’avvio della manutenzione e delle riparazioni navali per le navi che fanno scalo nel porto gioiese.


L’anno si è infine concluso con la nascita dell’impresa portuale, attraverso la sottoscrizione all’unanimità del relativo regolamento di gestione e del piano economico e finanziario tra l’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, la MedCenter Container Terminal e le imprese portuali ex art. 16 (Sea Work Service, International Shipping e Universal Services), una società a responsabilità limitata che avrà per oggetto la fornitura di lavoro temporaneo ai terminalisti e alle imprese ex art. 16 e 18, legge 84/94.

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