Il momento dell'incendio dell'auto dei vigili urbani ripreso dalle telecamere di sicurezza
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Fermato ad Aosta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del capoluogo valdostano e dai militari del Gruppo di Gioia Tauro il presunto incendiario che, nella notte fra il 21 e il 22 aprile scorso, si era introdotto nel cortile antistante gli uffici comunali di San Giorgio Morgeto, comune in provincia di Reggio Calabria, ed aveva dato alle fiamme la macchina di sevizio della polizia locale.
Quella notte, malgrado il tempestivo intervento dei Vigili del fuoco e dei militari dell’Arma, l’autovettura, peraltro l’unica in uso dei vigili urbani, era andata completamente distrutta e, nel successivo incendio scaturito, le fiamme avevano danneggiato il cortile e i muri della sede del Comune.
Nei confronti dell’uomo, un pregiudicato 31enne originario di San Giorgio Morgeto che da anni si alternava fra Calabria e Val D’Aosta, il gip di Palmi, su richiesta della locale Procura della Repubblica, aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare.
L’indagine, condotta dai carabinieri della Stazione di San Giorgio Morgeto, anche attraverso l’analisi dell’impianto di videosorveglianza del Comune, aveva permesso di ricostruire compiutamente quanto accaduto nella notte del 22 aprile. L’incendiario si era infatti introdotto nel parcheggio dei mezzi comunali scavalcando la recinzione perimetrale e aveva versato del liquido infiammabile sull’autovettura della polizia locale, dandola così alle fiamme. Nel corso dell’attività investigativa, era poi emerso che la precedente mattina l’uomo si era recato nell’ufficio tecnico del Comune di San Giorgio Morgeto, pretendendo dagli impiegati la consegna di 70.000 euro come “giusta indennità” per l’esproprio di un appezzamento di terreno di proprietà della sua famiglia, incamerato 25 anni fa perché ritenuto di pubblica utilità per la realizzazione della Pedemontana, importante asse viario che congiunge i comuni dell’entroterra del comprensorio della piana di Gioia Tauro.
Ad incidere, in seguito, sulle valutazioni effettuate dal Gip di Palmi, è stato anche il valore probatorio dei capi di vestiario sequestrati il giorno dopo dai carabinieri nel corso della perquisizione dell’abitazione provvisoria del 31enne, come un paio di guanti in lattice intrisi di benzina e di alcuni vestiti i cui loghi erano stati ripresi dalle videocamere dell’impianto di sorveglianza pubblico.
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