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REGGIO CALABRIA – Nell’ottobre 2021, nella zona Mirafiori di Torino, la Polizia aveva arrestato Vincenzo Demarco, un operaio 33enne originario di Caulonia: in un box sotterraneo che l’uomo calabrese utilizzava è stato scoperto un arsenale di armi con oltre mezzo quintale di droga, tra hashish e marijuana.
Le indagini della Squadra Mobile torinese hanno portato sulle tracce di un’altra persona, che utilizzava gli stessi locali e dove aveva nascosto quasi 5 chili di cocaina, stupefacente successivamente ceduto. A conclusione di una prima parte dell’indagine, nei giorni scorsi è finito in galera il 29enne Domenico Panetta, originario di Caulonia come il primo soggetto fermato. Panetta si era reso irreperibile nel giorno dell’esecuzione del primo provvedimento restrittivo.
I due sono gravemente indiziati di detenzione illegale di armi da fuoco e possesso di sostanze stupefacenti. È un 27enne torinese, invece, un terzo soggetto finito agli arresti per avere acquistato dai due calabresi, insieme ad un complice originario di Agrigento già in carcere dal mese di ottobre, circa 15 chili di marijuana e 2 chili di hashish.
La cosa che più ha incuriosito gli investigatori è stata la scoperta di alcuni quotidiani contenenti articoli di cronaca nera calabrese, riportanti gravi fatti di sangue, riconducibili alla ‘ndrangheta.
Ora i poliziotti vogliono capire se il 33enne di Caulonia, sia pure incensurato, e il 29enne arrestato nei giorni scorsi, abbiano rapporti con la mala calabrese in Piemonte o con qualche clan della terra di origine. La Procura torinese segue varie piste ma sembra concentrata in particolare su alcuni elementi, in parte emersi dalle dichiarazioni alcuni pentiti o dagli atti di altre inchieste contro la ‘ndrangheta calabrese in Piemonte.
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