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Il luogo dell'incidente con le foto delle due vittime

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CAULONIA (REGGIO CALABRIA) – Si svolgeranno oggi pomeriggio nella chiesa SS. Silvestro e Barbara di Caulonia Marina con inizio alle ore 14 i funerali di Rosetta Panajia e Erica Maiolo, entrambe cinquantaduenni, moglie e sorella di un noto autotrasportatore di Stignano.

Le salme, provenienti dalla casa funeraria Sgotto di Siderno, accompagnate da familiari e congiunti arriveranno in chiesa dove sarà celebrato il rito funebre. E’ presumibile che ultimato il rito, ognuna di esse verrà traslata per la tumulazione nella cappella di famiglia nel cimitero di rispettiva residenza.  Lasciano gli amati nipotini, i rispettivi mariti e  figli (un maschio e una femmina, entrambe, due dei quali sposati).

Con i funerali si aggiunge una ulteriore pagina al tragico evento che ha fatto registrare le due donne vittima di un fatale schianto della macchina su cui viaggiavano, sabato scorso, contro la parete rocciosa di contrada Abategiala, in territorio di Caulonia.

Le due donne, molto amiche oltre che legate da affetti familiari, rientravano da Campoli dove erano state in visita alla madre di una di esse. Percorrevano una strada, a loro nota perché fatta più volte, molto frequentata ma non al momento dell’incidente. L’allarme è scattato a seguito del violento fragore dell’impatto della Fiat Punto contro la parete rocciosa dopo essersi inerpicata per diversi metri verso l’alto per poi schiantarsi contro uno spuntone di roccia per poi ricadere all’indietro per fermarsi quasi ai bordi della strada.

La donna alla guida è rimasta incastrata nei rottami dell’auto il cui vano era rientrato nell’abitacolo. L’altra, invece, era stata catapultata all’esterno. Il fragore del violentissimo impatto si è propagato per la vallata facendo accorrere sul luogo diverse persone. Scattato l’allarme si sono mossi i soccorsi ma per le due donne, madri di famiglia, non c’è stato scampo.

Difficile risalire alle cause dell’incidente. Sulla strada non c’era segno di frenata. La macchina ha concluso la sua corsa, probabilmente a velocità sostenuta, anche perché favorita dal tratto di provenienza, contro la parete rocciosa. Non si ipotizza neppure una distrazione. Forse, un fatale malore che avrebbe colpito la conducente. 

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