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VILLA SAN GIOVANNI (REGGIO CALABRIA) – La magistratura vuole fare luce sulla vicenda della signora – G.M., 84 anni – morta d’infarto nella notte di giovedì scorso e del troppo tempo, stando alla denuncia del medico Salvatore Oriente, impiegato dall’ambulanza per raggiungere la sua abitazione.
Il procuratore capo della Repubblica, Giovanni Bombardieri, e il pubblico ministero di turno hanno aperto un fascicolo per il momento contro ignoti. Le indagini sull’accaduto sono state delegate alla Polizia di Stato, che ha avviato i primi accertamenti: ieri mattina, il dottore Oriente e i familiari della vittima sono stati sentiti dal Commissariato di Villa San Giovanni, guidato dal vicequestore Serafina Di Vuolo. L’inchiesta, secondo quanto si è appreso, dovrà servire principalmente ad accertare se ci sia stato un errore di valutazione del caso da parte del Suem 118 o se quanto è avvenuto sia stato determinato da una carenza di ambulanze e personale sanitario a causa del quale non si riesce a garantire un efficiente servizio di emergenza urgenza sul territorio.
La donna è deceduta prima dell’arrivo del 118, e la Procura intende accertare eventuali reati visto che l’ambulanza ci ha messo oltre un’ora per giungere sul posto e, oltretutto, senza un medico a bordo.
«Siamo tutti colpevoli di omicidio, istituzioni e cittadinanza», l’accusa lanciata dal medico di famiglia e oncologo Salvatore Oriente in una mail inviata al ministro della Salute Roberto Speranza, al prefetto Massimo Mariani e alla stampa locale nel cuore di quella tragica notte. Uno sfogo amarissimo al suo rientro a casa, dopo aver visto morire una paziente che, al di là dei suoi problemi di salute, forse si sarebbe potuta salvare.
Il dottore Oriente ha risposto prontamente alla chiamata d’aiuto e si è precipitato nella dimora della signora, facendo il possibile per salvarla con un massaggio cardiaco durato mezz’ora e una telefonata al 118 in cui ha segnalato un caso d’infarto, quindi un codice rosso. «Oltre ai primi soccorsi – ha scritto Oriente – chiamo immediatamente il 118; mi arriva dopo 90 minuti un mezzo senza medico a bordo! Ricordo a me stesso che la domenica precedente, alle 13.00 per un caso analogo la centrale mi rispose: “Non abbiamo ambulanze”. La presente per ricordare l’atavico problema che da decenni si perpetua in terra di Calabria. Vergogna!».
Un problema noto a tutti ma che continua a restare irrisolto, con una sanità sempre più allo sbando a causa della carenza di personale e non solo.
Il dottore Oriente auspica che la sua ultima denuncia possa far cambiare qualcosa: «Quanto è accaduto l’altra sera alla mia paziente – ha detto al Quotidiano – ha avuto un’eco a livello nazionale. Al Nord si vive dieci anni in più perché c’è una migliore assistenza sanitaria, mentre qui da noi è assurdo dover attendere anche mezz’ora per un’ambulanza chiamata per un’emergenza. Speriamo davvero che quello che è successo alla signora non succeda ad altri, e che il suo sacrifico sia servito a qualcosa. Di certo il problema della sanità calabrese è nuovamente venuto alla ribalta».
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