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MILANO – Per «motivi di urgenza» il Tribunale di Milano ha deciso di anticipare di due mesi, al prossimo 24 settembre, l’udienza del processo a carico di due medici dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, accusati avere asportato il rene sinistro sano al posto di quello destro ammalato di tumore a un anziano 87enne, due anni e mezzo fa.

La decisione è stata presa nei giorni scorsi dal giudice monocratico Vincenza Papagno della quinta sezione penale.

Per via dell’emergenza Coronavirus, il processo aveva subito un lungo rinvio rispetto alla data del 4 maggio che era stata inizialmente programmata, ed era slittato di ben sette mesi, al 21 dicembre 2020. Da qui l’istanza del legale dell’anziano, l’avvocato Fortunato Renato Russo, che aveva parlato di rinvio non coerente con l’età avanzata del suo assistito nonché del suo «precario stato di salute».

«Un rinvio eccessivamente lungo – si leggeva nell’istanza- metterebbe a rischio (…) la conoscenza dell’esito del processo in relazione a fatti colposi di gravissima entità nonché di perdurante e attuale dannosità».

Venuto da Reggio Calabria a Milano per l’asportazione del rene destro affetto da tumore, Giuseppe Calabrò, 87enne, ex insegnante, ha subito invece per errore l’asportazione di quello sinistro sano ed è ora a rischio della vita. Per evitare l’espandersi della neoplasia è stato costretto a continue terapie endoscopiche nel capoluogo lombardo, con viaggi dalla Calabria.

In Tribunale, rispondendo ai giornalisti, l’anziano signore aveva detto: «Spero che questo mio caso possa essere di monito per altri. Oggi si fanno moltissimi interventi senza guardare il risultato, il mio è stato solo un caso eclatante fra tanti altri casi».

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