Giuseppe Pelle
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Il boss latitante Giuseppe Pelle, considerato capo strategico dell’omonima ‘ndrina e membro dei vertici della ‘ndrangheta calabrese, è stato arrestato dalla polizia nel corso di un blitz scattato nella notte a Condofuri, in provincia di Reggio Calabria.
Pelle era nascosto in una abitazione isolata in una zona impervia alle porte del paese calabrese.
Giuseppe Pelle, il latitante arrestato all’alba dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dallo Sco, era ricercato per associazione mafiosa ed estorsione. L’uomo appartiene alla potente famiglia dei “Gambazza” di San Luca, un tempo guidata dal padre Antonio Pelle, elemento di vertice della ‘ndrangheta fino alla sua morte, avvenuta nel 2009 (LEGGI LA NOTIZIA DELLA SUA MORTE). Pelle è legato anche alla potente famiglia Barbaro di Platì guidata dal boss ora all’ergastolo Francesco Barbaro, detto “u castanu”, per averne sposato la figlia Marianna.
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Pelle deve scontare una pena residua definitiva di 2 anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione per associazione mafiosa e tentata estorsione. Nel 2017, mentre era già latitante, nei suoi confronti è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’inchiesta denominata “Mandamento Ionico”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per tentata estorsione e illecita concorrenza, aggravate dal metodo mafioso.
In particolare è accusato di avere tentato di accaparrarsi i proventi derivanti dall’esecuzione di lavori pubblici in alcuni comuni della Locride tra i quali Siderno, Palizzi, Condofuri e Natile di Careri.
Nell’abitazione in cui è stato trovato Pelle erano presenti anche altri soggetti, Pelle si è arreso senza opporre alcuna resistenza. Il blitz è scattato nel cuore della notte nelle zone impervie dell’entroterra di Condofuri (Reggio Calabria). Impiegati nell’intervento cinquanta uomini della Polizia di Stato. “Assediato” l’entroterra di Condofuri per consentire agli investigatori di infiltrarsi, contemporaneamente con diverse unità operative mobili, nelle zone teatro della massiccia operazione. Fulminea l’azione dei poliziotti che non ha lasciato alcuna possibilità di fuga al ricercato il quale si è arreso senza opporre alcuna resistenza. All’interno dell’abitazione erano presenti altri soggetti, le cui posizioni sono al vaglio degli inquirenti.
«L’azione incessante dello Stato contro la ‘ndrangheta non si arresta, su nessun livello. I latitanti sono coloro che occupano il territorio e la loro ricerca è fondamentale per liberare proprio il territorio». Questo il commento del procuratore facente funzioni di Reggio Calabria Gaetano Paci. «Nel caso specifico – ha aggiunto – è un arresto particolarmente importante perché Pelle faceva parte del livello che prendeva le decisioni strategiche della ‘ndrangheta unitaria e da latitante continuava a svolgere questo ruolo. L’azione dello Stato, poi, si articola su tutti i fronti, da quello economico alle infiltrazioni negli apparati. L’azione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria contro la ‘ndrangheta è a 360 gradi».
LA SODDISFAZIONE DEL MINISTRO MINNITI
«La cattura di Pelle è il risultato di una intensa e complessa attività investigativa degli uomini della Polizia di Stato di Reggio Calabria che hanno lavorato con competenza e determinazione. È dunque un successo investigativo frutto dello straordinario impegno che forze dell’ordine e magistratura mettono in campo quotidianamente ed a loro va il mio ringraziamento ed apprezzamento».
Il ministro dell’Interno Marco Minniti si è congratulato così con il capo della Polizia Franco Gabrielli per l’arresto eseguito dal personale della Squadra mobile di Reggio Calabria e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina per l’arresto del latitante Giuseppe Pelle, considerato elemento di spicco della ‘ndrangheta e ai vertici delle cosche di San Luca.
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