Francesco Pelle
3 minuti per la letturaSAN LUCA (REGGIO CALABRIA) – I carabinieri di Reggio Calabria hanno individuato in una clinica in Portogallo, l’Hospital de Sao José di Lisbona, il boss di ‘ndrangheta Francesco Pelle, alias ‘Ciccio Pakistan’, protagonista della faida di San Luca e inserito dal ministero dell’interno fra i primi 30 latitanti più pericolosi.
Secondo quanto ricostruito, Pelle sarebbe stato arrestato in una clinica di Lisbona dove si trovava perché positivo al Coronavirus Covid 19. Pelle si trova ora in stato di fermo portoghese. Il prossimo passo sarà l’estradizione, a seguito della quale in Italia gli sarà notificata l’ordinanza di arresto.
Sono state le indagini dei carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria, del Gruppo di Locri e della Compagnia di Bianco ad indirizzare gli agenti dell’Unità nazionale contro il terrorismo (Unct) della polizia portoghese sul luogo dove il boss si trovava consentendo loro di bloccare il latitante il cui nome era inserito nell’elenco dei ricercati più pericolosi d’Italia.
Francesco Pelle è accusato di aver ordinato l’omicidio di Giovanni Nirta, capo della ‘ndrina rivale, che però sopravvisse all’agguato, nel corso del quale rimase uccisa Maria Strangio, moglie di Nirta. La vendetta dei Nirta arrivò nel 2007 con la strage di Duisburg.
Il 19 luglio del 2019 ‘Ciccio Pakistan’, che si trovava a Milano con l’obbligo di dimora, fece perdere le proprie tracce dopo che la Cassazione aveva respinto il suo ricorso contro la condanna all’ergastolo come mandante della strage del Natale 2006, a cui seguì la mattanza di Duisburg nel Ferragosto dell’anno successivo.
L’agguato di Natale – in cui 4 persone, compreso un bambino, rimasero feriti – fu la risposta all’attentato in cui, ad Africo, il 31 luglio 2006, “Ciccio Pakistan” fu ferito alla schiena da un colpo di fucile sparatogli mentre si trovava sul terrazzo di casa con in braccio il suo primogenito appena nato. Il bambino rimase illeso, ma il proiettile lesionò la spina dorsale di Pelle costringendolo da allora sulla sedia a rotelle.
La disabilità, tuttavia, non ha impedito a Pelle, che oggi ha 43 anni, di ritagliarsi un ruolo di primo piano nella faida di San Luca. La vendetta dei Nirta-Strangio alla strage di Natale arrivò, come detto, 8 mesi più tardi, a Ferragosto 2007 e lontano dalla Calabria a Duisburg, in Germania, uccidendo sei persone ritenute vicine
alla cosca Pelle-Vottari in quello che fu la fine della faida.
Due settimane dopo la mattanza in Germania Pelle sfuggì alla cattura nell’ambito dell’operazione “Fehida” della Dda di Reggio Calabria. Diventato ufficialmente latitante, fu catturato dal Ros nel 2008 a Pavia dove era ricoverato, sotto falso nome, nel reparto di Neuroriabilitazione della Clinica Fondazione Maugeri. Dopo 9 anni di reclusione e un annullamento con rinvio della Cassazione, nel 2017, in attesa della sentenza definitiva, Pelle fu scarcerato per decorrenza termini.
Disposto l’obbligo di dimora a Milano, però, poche settimane prima della condanna definitiva all’ergastolo, nel luglio 2019, si diede nuovamente alla latitanza.
Coordinati dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dal sostituto della Dda Alessandro Moffa, i carabinieri da tempo avevano il sentore che il boss di San Luca si nascondesse in Portogallo.
«Per noi non è mai cessata la ricerca del latitante» è stato il commento di Bombardieri che ha sottolineato anche l’importanza del progetto “I-Can”. Le indagini, infatti, hanno beneficiato dei canali di cooperazione internazionale attivati dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, che da tempo beneficiano dell’assistenza tecnica del progetto I-Can, una rete internazionale interforze a contrasto di una delle mafie più pericolose al mondo, la ‘ndrangheta.
Adesso le indagini continuano per ricostruire la rete di fiancheggiatri che ha consentito a Francesco Pelle di uscire indisturbato dall’Italia e rimanere latitante per 20 mesi. Per farlo nelle sue condizioni, secondo i pm, avrà goduto di una rete di protezione che certifica lo spessore criminale del boss.
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