Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – C’è la necessità, e anche impellente, di aprire col Governo nazionale una “vertenza Calabria”. A partire dalle infrastrutture per finire alla sanità. Si perchè con la nostra regione il Pnrr non è stato affatto generoso. «Un mese dopo il mio insediamento – ha detto il presidente Occhiuto nell’informativa al consiglio regionale che si è celebrato ieri – ho scritto al presidente Draghi che nel Pnrr non c’era un’opera strategica per la Calabria, non c’è un finanziamento per la 106 e scrivevo che manca anche la certezza delle risorse per l’Alta velocità fino a Reggio Calabria».
Allora cosa fare? Occhiuto, che tutti accusano di essere un solista, ieri ha chiesto la collaborazione di tutti i partiti (visto che tutti sono al Governo) per esercitare le giuste pressioni politiche affinchè da Roma la si smetta con il gioco delle tre carte che va avanti da anni. In particolare scendendo nel merito delle vertenze, Occhiuto ha parlato a lungo della Ss 106. «Ho chiesto al governo – ha ricordato Occhiuto -di inserire nell’allegato Infrastrutture del Def una parte specifica sulla Statale 106, una parte che la qualifichi come un’opera strategica non solo per la Calabria ma per tutto il Mezzogiorno e per il Paese. Nei mesi passati, con l’assessore Dolce che ringrazio per l’impegno, ho avuto diverse interlocuzioni con i vertici dell’Anas, con il ministro delle Infrastrutture, con la Ragioneria generale dello Stato, per chiedere che il governo designi alla Statale 106 oltre alle risorsa già a disposizione almeno altri 3 miliardi, e spero che il governo accolga questa richiesta, ma se anche dovesse farlo non riterrei l’impegno del governo sufficiente».
Difatti questi quattrini sarebbero sufficienti a finanziare i lavori fino a Crotone, da lì in poi pare non esista nemmeno la progettazione fino a Reggio Calabria per cui è impossibile quantificare i soldi necessari. Una cosa abbastanza paradossale se si pensa che nel 2001 l’allora governo Prodi aveva con la legge Obiettivo 1 finanziato tutta l’arteria. Quindi almeno una idea della spesa qualcuno, dalle parti del Ministero, dovrebbe averla.
Ma il punto forse più interessante riguarda il porto di Gioia Tauro. «Appena insediato, ho rispolverato dal cassetto questo progetto che è in pancia a Sorgenia, che oggi è una società di fatto di proprietà dello Stato essendo partecipato al 72% da F2i che è il fondo di Cassa Depositi e Prestiti, e ho verificato che le autorizzazioni sono stranamente tutte valide e operative. Si tratta di un investimento che va da 1,3 a 1,8 miliardi, produrrebbe un terzo del gas che attualmente l’Italia importa dalla Russia, ed è una infrastruttura che ha collegata a sé la piastra del freddo. Sarebbe molto importante per sviluppare l’area retroportuale. Si potrebbe costruire un enorme distretto dell’agroalimentare, capace di surgelare la metà dei prodotti surgelati che si consumano in Europa: una cosa enorme. A Gioia Tauro abbiamo il terminalista Msc, che è il principale terminalista per il trasporto dei prodotti agroalimentari. È una cosa straordinaria».
Ultimo punto, diremmo quasi scontato, la sanità. Il punto è la mancanza di attrattività della Calabria per i camici bianchi. Credo che l’opera di rifondazione che stiamo facendo dalle ansi, dal piano operativo alla ricognizione del debito, produrrà risultati: nella sanità ci sono mille micro centri di potere amministrativo, all’interno delle aziende sanitarie e nel nostro sistema, che se non funzionano rendono difficile produttore risultati».
Infine l’appello di cui parlavamo in apertura: «Ho la perfetta contezza che non si può governare da solo, ho anche la determinazione di andare avanti anche da solo quando gli altri non mi seguono ma so che non si può governare da solo. Sono contento che la politica, il Consiglio regionale, i sindacati abbiamo colto la gravità della condizione della Calabria e si siano uniti per risolvere insieme i problemi. Non ci sono solo i sindacati, ci sono anche le organizzazioni datoriali, è necessario il contribuito di chi rappresenta i lavori come degli imprenditori. Vedrò Unindustria Calabria, per venerdì ho convocato la cabina di regia del Pnrr. Vorrei – ha riferito Occhiuto – che ci fosse la partecipazione di tutte le forze sociali al processo di formazione delle soluzioni ai problemi della Calabria, vorrei che ci fosse anche all’interno di questo consiglio regionale».
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