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COSENZA – Il futuro del servizio idrico calabrese (per ora) non passa da Sorical. Nei giorni scorsi abbiamo scritto come la Calabria fosse nelle impossibilità di partecipare al bando del Ministero per il Sud che rendeva disponibili 313 milioni di euro per il miglioramento delle reti idriche. Il bando era riservato proprio alle regioni del Sud, ma ad una condizione ovvero che vi fosse un soggetto attuatore.

In Calabria, come noto, il servizio idrico è spezzettato fra Sorical, Comuni, consorzi. Manca cioè (unica regione d’Italia) un unico gestore che si occupi dei processi industriali dell’acqua dalla captazione alla depurazione.

Il presidente Occhiuto non ci sta a perdere questa occasione e ieri lo ha detto a chiare lettere. Ha inviato una lettera al presidente e al direttore generale dell’Autorità idrica della Calabria, Marcello Manna e Francesco Viscomi, in merito alla riorganizzazione del servizio idrico integrato. «L’esigenza ormai improcrastinabile di riqualificare uno degli asset fondamentali per lo sviluppo del territorio – scrive il governatore – e, soprattutto, di fornire un servizio adeguato alle esigenze dei cittadini, rappresenta uno dei principali obiettivi strategici del governo regionale. Reputo, pertanto, imprescindibile un percorso che preveda il coinvolgimento in modo congiunto e integrato del sistema all’ingrosso con il sistema al dettaglio, ampliando le funzioni con l’offerta di ulteriori servizi. Prevedere una Società di adduzione e una Società di dettaglio, oltre a non essere in linea con la disciplina di settore, che privilegia l’integrazione del ciclo idrico, appare non in grado di raggiungere un adeguato equilibrio economico e finanziario».

«Per tali motivi – sottolinea Occhiuto – credo sia necessario prodigare tutti gli sforzi per la creazione di un nuovo modello di gestione attraverso la creazione di una multi-utility controllata dalla Regione Calabria e partecipata dai Comuni, che sia in grado di gestire, oltre alle attività di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua potabile, anche tutte le attività attualmente svolte dai Comuni sia in riferimento al servizio idrico che per la gestione della depurazione, compresa la gestione commerciale delle utenze. Occorre, inoltre, lavorare per l’avvio di un piano straordinario di investimenti sulle reti di adduzione, sulle reti idriche comunali, e sull’intero ciclo di depurazione per la soluzione delle criticità che hanno reso l’intero sistema inefficiente, con interventi che saranno finanziati da fondi pubblici già in parte disponibili (Pnrr e Fondo sviluppo coesione)».

Nella lettera il presidente della Regione raccoglie le preoccupazioni evidenziate «rispetto al rischio di perdere la possibilità di poter accedere ai fondi previsti dal bando di finanziamenti, correlato al programma react-eu, che permetterebbe ai Comuni di ottenere risorse per 60 milioni di euro destinate alla riqualificazione delle reti idriche».

Per queste ragioni il governatore propone di affidare temporaneamente il servizio ad un’azienda speciale consortile, individuata dai Comuni, in modo da poter partecipare al bando, ormai in scadenza, per rinnovare le reti idriche della Regione. La società consortile individuata dovrebbe essere Cosenza Acque che è una delle poche società pubbliche a non avere grossi problemi finanziari anche se è in liquidazione. I passivi ammontano in totale a poco più di 45.000 euro per la maggior parte dovuti al collegio sindacale. La società è di proprietà della Provincia di Cosenza (34,22%) e di 88 comuni cosentini (65,77%).

Da quello che è trapelato il presidente dell’Aic, Marcello Manna, ad horas dovrebbe chiedere un’assemblea straordinaria dei soci di Cosenza Acque per modificare l’assetto sociale e arrivare ad un accordo con i revisori contabili. Subito dopo i singoli consigli comunali dovrebbero recepire il nuovo oggetto sociale e Cosenza Acque diventare così soggetto gestore per tutta la Calabria ad eccezione della captazione che rimane in capo a Sorical. L’operazione sembra complicata ma non lo è visto che basta l’assenso della Provincia di Cosenza e dei comuni di Rende, Cosenza o Corigliano Rossano per avere la maggioranza. Se tutto dovesse filare liscio, lo stesso Manna dovrebbe convocare con urgenza l’assemblea dei sindaci che è l’organo di governance dell’Aic e affidare la distribuzione e depurazione a Cosenza Acque, ovviamente con il sostegno della Regione. I tempi, purtroppo, non sono quelli calabresi.

Se davvero non si vogliono perdere i 60 milioni tutta questa operazione dovrebbe completarsi nel giro di un mese, mese e mezzo. Una bella prova per la nostra burocrazia.

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