REGGIO CALABRIA – Con il voto contrario del consigliere di Italia dei Valori Domenico Talarico, l’assemblea di Palazzo Campanella ha reintegrato nella carica di consigliere regionale Antonio Rappoccio, il consigliere regionale della Calabria arrestato un anno fa circa per corruzione elettorale aggravata, essendo decaduta la sua sospensione con la revoca, disposta dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria delle esigenze di custodia cautelare per l’accusa di truffa elettorale. Rappoccio ha fatto ingresso in Aula per qualche attimo, prima di uscire per partecipare ad un incontro già organizzato con i giornalisti.
Proprio in conferenza stampa, poi, Antonio Rappoccio, di recente scarcerato dal Tribunale della libertà, ha annunciato la sua decisione di dimettersi. A dare l’annuncio il suo avvocato Giacomo Iaria cheha spiegato che le dimissioni irrevocabili di Rappoccio saranno operative a partire da 24 settembre 2013. «Perchè il 25 settembre – ha precisato l’avvocato Iaria – ci sarà il processo». In questo breve periodo, ha spiegato ancora l’avvocato Iaria, Rappoccio ha deciso di non avvalersi di alcuna persona di staff e di non richiedere alcun rimborso al Consiglio regionale. «Mi dimetto oggi perchè lo faccio da uomo libero» ha risposto lo stesso Rappoccio alle domande dei cronisti.
(v. “Regione: Consiglio, reintegrato Antonio ..” delle 16.58)
(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 25 LUG – “Ho appena depositato le mie dimissioni irrevocabili, atto n. 34721 di protocollo di oggi, a partire dal prossimo 24 settembre, da uomo libero, poichè dal 25 settembre inizierà il mio processo e nel frattempo mi asterrò da ogni attività istituzionale”. Lo ha detto il consigliere regionale Antonio Rappoccio subito dopo il suo reintegro nella carica, a distanza di dieci mesi dal suo arresto.
Rappoccio ha incontrato i giornalisti a Palazzo Campanella insieme al suo difensore, l’avvocato Giacomo Iaria, al quale ha affidato il compito di illustrare tutta la sua vicenda giudiziaria.
“Oggi in Italia – ha detto Iaria – si può parlare di un caso Rappoccio. Dico questo perchè la sua vicenda giudiziaria rivela anormalità. Rispettiamo il lavoro della magistratura, ma non possiamo non sottolineare l’esistenza di elementi poco chiari. Noi preferiamo aspettare il processo, ma come non cogliere che a Rappoccio è stata revocata la misura della custodia cautelare con parere favorevole della Procura, salvo poi il ricorso di qualche giorno dopo in cui si scrive che lo Stato di diritto esclude che Rappoccio possa tornare ad occupare il suo posto di consigliere regionale?”.
L’avv. Iaria ha detto che “non vi è alcun comitato ‘Nessuno tocchi Rappocciò: chi lo ha creato? Non certo il mio assistito”. Il penalista, pur senza citarlo, ha chiamato in causa “il primo dei non eletti”, l’avv. Aurelio Chizzoniti, subentrato a Rappoccio nell’assembla regionale dopo la sua sospensione, “le cui iniziative hanno trovato eco in una incredibile campagna di stampa, con conseguenze sull’orientamento dell’opinione pubblica. Se oggi Rappoccio si riappropria del suo posto in Consiglio regionale è legittimo, normale ed avvalorato dai pareri del Ministero per gli Affari regionali. Noi puntiamo ad un processo sereno, ma non vorrei che si confondesse il pericolo di reiterazione dei reati con il diritto d’esistere: come si potrebbe costruire la reiterazione, tenuto conto che il mio assistito non si avvarrà di strutture e collaboratori, solo per il fatto di essere un consigliere regionale?”.
Antonio Rappoccio, intervenendo, ha affermato che “la libertà non ha prezzo” e di essere “stanco di essere definito delinquente e vilipeso dai giornalisti. Rispetterò la data delle mie dimissioni”. (ANSA).
«Ho appena depositato le mie dimissioni irrevocabili, atto n. 34721 di protocollo di oggi, a partire dal prossimo 24 settembre, da uomo libero, poichè dal 25 settembre inizierà il mio processo e nel frattempo mi asterrò da ogni attività istituzionale». Dal canto suo l’avvocato Giacomo Iaria, ha illustrato tutta la sua vicenda giudiziaria. «Oggi in Italia – ha detto Iaria – si può parlare di un caso Rappoccio. Dico questo perchè la sua vicenda giudiziaria rivela anormalità. Rispettiamo il lavoro della magistratura, ma non possiamo non sottolineare l’esistenza di elementi poco chiari. Noi preferiamo aspettare il processo, ma come non cogliere che a Rappoccio è stata revocata la misura della custodia cautelare con parere favorevole della Procura, salvo poi il ricorso di qualche giorno dopo in cui si scrive che lo Stato di diritto esclude che Rappoccio possa tornare ad occupare il suo posto di consigliere regionale?». Iaria ha detto che «non vi è alcun comitato ‘Nessuno tocchi Rappoccio’: chi lo ha creato? Non certo il mio assistito». Il penalista, pur senza citarlo, ha chiamato in causa “il primo dei non eletti”, Aurelio Chizzoniti, subentrato a Rappoccio nell’assembla regionale dopo la sua sospensione, «le cui iniziative hanno trovato eco in una incredibile campagna di stampa, con conseguenze sull’orientamento dell’opinione pubblica. Se oggi Rappoccio si riappropria del suo posto in Consiglio regionale è legittimo, normale ed avvalorato dai pareri del Ministero per gli Affari regionali. Noi puntiamo ad un processo sereno, ma non vorrei che si confondesse il pericolo di reiterazione dei reati con il diritto d’esistere: come si potrebbe costruire la reiterazione, tenuto conto che il mio assistito non si avvarrà di strutture e collaboratori, solo per il fatto di essere un consigliere regionale?». Antonio Rappoccio, intervenendo, ha affermato che «la libertà non ha prezzo» e di essere «stanco di essere definito delinquente e vilipeso dai giornalisti. Rispetterò la data delle mie dimissioni».
INTERVIENE LA FINANZA. La guardia di finanza ha acquisito la delibera del Consiglio regionale che reintegra Antonio Rappoccio nell’assemblea e le dimissioni presentate dallo stesso Rappoccio. L’acquisizione, secondo quanto si è appreso, è stata fatta a scopo conoscitivo.
IL PROSIEGUO DEL CONSIGLIO. Prima dell’avvio dell’avvio del question time, su proposta di Salvatore Pacenza sono stati inseriti all’ordine del giorno dei lavori, due proposte di legge, la prima recante “Norme per l’utilizzo dei lavoratori Lsu-Lpu nel bacino regionale”, e la seconda inerente “Disposizioni per la semplificazione delle procedure amministrative del registro degli infortuni”. Demetrio Naccari Carlizzi ha censurato l’abitudine ormai consolidata in Consiglio delle eccezionalità, «che non consentono un regolare lavoro ai consiglieri regionali». Naccari ha invitato il Presidente Talarico a «utilizzare o regolamentare meglio questa norma». Su proposta del presidente della II Commissione “Bilancio”, Candeloro Imbalzano, è stato inserito all’ordine dei lavori un ordine del giorno per impegnare i parlamentari calabresi alla emanazione di un Decreto che allarghi al settore pesca l’applicazione del testo unico sulla sicurezza, mentre Pietro Giamborino ha invitato il Presidente Talarico a recuperare l’ordine del giorno riguardante il cementificio di Vibo Marina.