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COSENZA – Un gruppo di una decina giovani dell’Università della Calabria ha contestato, stamane, Pier Luigi Bersani che stava per iniziare il suo discorso davanti agli studenti, nella prima delle tappe calabresi della giornata del segretario nazionale Pd. Gli altri appuntamenti sono alle 14.30 a Crotone per un incontro con i volontari dei comitati per le primarie, alle 16 e alle 19 per iniziative pubbliche a Catanzaro e a Reggio Calabria.
Uno dei contestatori è intervenuto con un megafono, affermando: «La verità è che voi sostenete un governo tecnico», riscuotendo i fischi del resto dell’aula magna in cui si svolge la manifestazione. Si tratta di giovani che fanno capo alla sinistra estrema e ai centri sociali. I manifestanti hanno intonato slogan e poi sono stati allontanati dalla polizia mentre gli studenti che erano presenti all’appuntamento intonavano cori contrari inneggiando a Bersani. Su uno degli striscioni esposti c’era scritto: “Non siamo figli di troi…ka”. Quando sono stati allontanati i manifestanti hanno poi urlato: «Questa è la democrazia».
Il segretario del Pd, comunque, non si è scomposto: «Calmi che ne ho visti di peggio», ha detto. Poi, ristabilita la calma, Bersani ha ricordato le popolazioni terremotate: «Dopo tanto tempo arrivo in Calabria e voglio dare subito la mia solidarietà agli abitanti e amministratori del Pollino». Dal punto di vista politico, in una regione che si regge su un’alleanza tra centristi e Pdl, il leader Pd ha affermato: «Si è vero che in tanti luoghi l’Udc ha fatto la scelta di allearsi con il Pdl. Ma penso che in prospettiva su questo ci farà un pensierino». Poi ha aggiunto: «Abbiamo dei gruppi dirigentiche possono essere valorizzati, ma certamente trovare dei meccanismi di partecipazione è ciò che ti consente di allargare gli orizzonti».
Un riferimento è stato riservato anche al tema del Mezzogiorno: «Spero che assieme all’orgoglio del Sud si risvegli l’orgoglio dell’Italia. Abbiamo sperimentato che è una cattiva idea che ci si possa salvare da soli, l’abbiamo sperimentata in Europa. Un’idea che si è rivelata totalmente assurda».
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