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PARTE da Cosenza la campagna con la quale il Movimento 5 Stelle vuole far ripristinare l’originario testo della legge Lazzati, il provvedimento che intendeva proibire le attività di campagna elettorale a chiuqne avesse una condanna per reati di tipo mafioso. Un testo che in Parlamento ha subito interventi alla luce dei quali è oggi punito “chi conduce una campagna elettorale a favore di terzi, raccogliendo voti attraverso il meccanismo dell’intimidazione (palese o implicita), a patto che risulti provata l’appartenenza al sodalizio criminoso e alla natura e contenuto del rapporto elettorale o l’intervenuta elargizione di una somma di denaro.

L’originaria formulazione della legge – sottolineano i grillini – puniva invece il sorvegliato speciale (il mafioso riconosciuto, con sentenza, socialmente pericoloso, il cui nome è a conoscenza di ogni presidio delle Forze dell’Ordine ed è privato del diritto al voto) ed il candidato, se in capo a quest’ultimo si dimostra la collusione, con una condanna fino a 6 anni di reclusione, in quanto :
“è fatto divieto di svolgere propaganda elettorale in favore o in pregiudizio di candidati e simboli con qualsiasi mezzo, direttamente o indirettamente. Ai fini della presente legge è da intendere per attività di propaganda elettorale qualsiasi attività diretta alla raccolta del consenso svolta in occasione di competizioni elettorali e caratterizzata da molteplicità di atti, coinvolgimento di più persone, impiego di mezzi economici e predisposizione all’uopo di una sia pur minima struttura organizzativa”.

«Un principio di diritto così elementare – scrivono in una nota i grillini – scritto in una legge di appena 3 articoli (18 righe) ha impiegato ben 18 anni per diventare legge dello stato (è stata in discussione dal lontano 1993) : mentre a Milano partiva l’operazione Mani Pulite, in Calabria iniziava l’operazione Voto Pulito.  La legge Lazzati – aggiungono – è stata prima appoggiata (per pura formalità) e poi osteggiata (attraverso modifiche e lunghi iter di approvazione) sia da destra che da sinistra e, come preannunciato, non è stata approvata nella sua versione originaria, bensì con alcuni emendamenti che l’hanno totalmente depotenziata». 

Ed è per questo che il Movimento 5 Stelle vuole rilanciarla con una proposta di legge di iniziativa popolare su cui chiamare a raccolta il popolo italiano per una nuova formulazione della legge che ne ripristini lo spirito originario e con una campagna sui canali di comunicazione (blog, meetup, social network, banchetti) tipici del movimento.

Stesera, alle 21, presso il Don Rodrigo Music Club di Cosenza ci sarà un incontro aperto per organizzare le strategie.

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