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LA commissione Affari costituzionali del Senato ha votato e adottato il testo Malan del Pdl sulla legge elettorale che prevede anche le preferenze. Hanno votato sì Pdl, Lega, Udc, Fli Mpa e Coesione nazionale. Il ddl Malan ha avuto 16 voti favorevoli. Hanno votato contro Pd e Idv e il presidente della commissione Carlo Vizzini.
Le polemiche dei giorni scorsi, quindi, non hanno frenato l’avvento delle preferenze, nonostante ieri ad alimentare il disappunto del fronte dei contrari fosse arrivato l’arresto dell’assessore regionale lombardo Domenico Zambetti, accusato di aver acquistato un pacchetto di quattromila voti dalla ‘ndrangheta, pagandoli 50 euro l’uno.
VOTA IL SONDAGGIO: LE PREFERENZE SERVONO AI CITTADINI O ALLA ‘NDRANGHETA?
COSA DICE IL TESTO – Il testo che sarà la base della nuova legge prevede un proporzionale corretto con i seggi distribuiti per due terzi con le preferenze e per un terzo con liste bloccate e un premio di maggioranza alla coalizione di 76 seggi alla Camera e 37 al Senato: i seggi sono attribuiti in ragione proporzionale su base nazionale alla Camera, circoscrizionale (regionale) al Senato, con soglie di sbarramento e premio alla lista o alla coalizione che ottiene il maggior numero di seggi a livello nazionale. Le circoscrizioni della Camera sono 27, le stesse dell’attuale legge elettorale, e al Senato sono le regioni.
Soprattutto, però, due terzi dei seggi vengono assegnati con il meccanismo delle preferenze ed un terzo, invece, viene assegnato su liste bloccate. E questo era l’elemento più contestato.
GLI ALTRI ASPETTI DELLA LEGGE – È possibile esprimere al massimo due preferenze a patto che siano un uomo e una donna. Sulla scheda l’elettore trova il simbolo della lista e due righe per l’espressione della preferenza. Non è possibile il voto disgiunto.
Non è inoltre possibile la candidatura multipla per la parte delle preferenze ed è previsto un tetto di tre candidature al massimo nei listini bloccati. È possibile essere candidati in una circoscrizione sia per le preferenze che nel listino e poi si deve optare. L’elenco dei candidati con le preferenze non può avere più di due terzi di candidati dello stesso sesso. Il listino bloccato va invece composto con candidati alternati uomo-donna escluso il capolista. La soglia di sbarramento è al 5% nazionale sia alla Camera che al Senato. Soglia che scende al 4% per le liste coalizzate. C’è anche una deroga ‘pro-Legà. Passa, infatti, anche chi ha raggiunto il 7% in un numero di circoscrizioni pari almeno a 1/5 della popolazione. È prevista una clausola di salvaguardia per le minoranze linguistiche come nella disciplina vigente.
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