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MANCA l’acqua in questa torrida estate in molte ore del giorno in grandi e piccole città della nostra bella Calabria. Scoppiano proteste ma è come se la gente sia rassegnata.

È comunque intollerabile ed è spiegabile con uno dei tanti scandali che ci attanagliano da tempo. Meno spiegabile è se si pensa che l’acqua spesso manca anche nelle zone di montagna!

Lo spreco dell’acqua, in particolare nelle regioni meridionali, è però sempre troppo elevato: al Nord mediamente le perdite idriche si attestano intorno al 28%, al Sud superano il 47%, con picchi del 60% in alcuni capoluoghi siciliani e campani.

Secondo un Report curato da Svimez, appena il 7% delle famiglie del Nord è poco o per niente soddisfatto del servizio, contro il 21% delle famiglie del Mezzogiorno, con una punta del 36% in Calabria.

In base alle stime elaborate con un modello dalla Svimez, un piano di investimenti aggiuntivi per 3 miliardi nel settore idrico genererebbe un incremento del Pil dello 0,3% in Italia, con un significativo recupero del Mezzogiorno: nel triennio 2021-2023 la maggiore crescita cumulata del Pil del Sud sarebbe +1,1%, contro +0,1% previsto per il Centro-Nord.

Sotto il profilo occupazionale, nel periodo di realizzazione degli investimenti, i posti di lavoro aumenterebbero di quasi 45mila unità. L’aver mantenuto in capo ai Comuni la gestione diretta del servizio idrico integrato nel Mezzogiorno, disapplicando sistematicamente la legge Galli, ha generato i ritardi rispetto al Nord.

Alla radice del divario di cittadinanza “idrico” ci sono scelte miopi della politica locale che hanno consegnato in molte parti del Mezzogiorno un servizio di pessima qualità, con perdite sulla rete anche del 70% e inesistenza di impianti di depurazione.

Intanto in piena estate e in attesa del pienone turistico in Calabria si soffre già tanto.

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