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DALL’inizio dell’anno, un vero e proprio esercito di italiani ‘under 35’ ha deciso di tentare la carta dell’impresa scegliendo, come si diceva una volta, di mettersi ‘in propriò. Delle quasi 300mila imprese nate tra l’inizio dell’anno e la fine di settembre, infatti, oltre 100mila (il 33,9%) hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni di età. La foto sull’imprenditoria giovanile è stata presentata oggi in occasione della 138ma assemblea di Unioncamere in corso a Genova – insieme ai dati sulla natalità e mortalità delle imprese relativi al terzo trimestre del 2013 secondo Movimprese.
LA CALABRIA DA PRIMATO – La culla di questa vitalità imprenditoriale è il Sud, dove ha sede il 38,5% delle nuove imprese giovanili, con quasi 40mila attività aperte in nove mesi. E la Calabria è in prima fila. Da un punto vista territoriale, ad esempio, la mappa dell’imprenditoria giovanile a fine settembre di quest’anno evidenzia nelle province del Mezzogiorno il primato di quelle calabresi. La provincia a maggior incidenza di imprese giovanili sul totale (il 16,8%) è infatti Vibo Valentia, seguita da vicino da Crotone (seconda con 16,6%) e da Reggio Calabria (quarta con il 16,1%). Le altre province della punta dello Stivale sono sempre nelle parti alte: Catanzaro sesta con il 15,3% di imprese in mano ai giovani; Cosenza dodicesima con il 14%. In valore assoluto, sommando le cinque province, ci si attesta oltre le 27mila imprese.
Guardando al resto d’Italia la prima provincia del centro è Frosinone (in 17ma posizione, con il 13,4%), mentre per trovare una provincia settentrionale bisogna scorrere la classifica fino alla 34ma posizione, occupata da Novara con l’11,3%. All’altro estremo della graduatoria, le province in cui le imprese guidate da giovani sono meno presenti sono Trieste (ultima con solo il 7,4%), seguita a pari merito da Pordenone e Bolzano (7,5%).
I SETTORI CHE ATTIRANO I GIOVANI – Nella scelta della forma giuridica per la loro impresa, i giovani hanno fatto meno uso della forme di capitali (preferite soltanto nel 15,6% dei casi, a fronte di una media complessiva del 20,9%), preferendo – come già ricordato – la più semplice forma di impresa individuale, adottata dal 76,8% delle nuove imprese ‘under 35’. Una spiegazione di questa minore propensione a nascere più strutturati risiede, probabilmente, nella tipologia dell’attività economica scelta. Come accennato, dall’analisi per settori emerge come le iscrizioni di imprese giovanili si concentrino in modo più consistente nel commercio, nel’edilizia e nei servizi di alloggio e ristorazione. Presi insieme, questi tre settori hanno raccolto il 30% di tutte le nuove imprese giovanili aperte nei primi nove mesi dell’anno. (AGI)
Dall’analisi per settori emerge infatti come le iscrizioni di imprese giovanili si concentrino in modo più consistente nel commercio, nel’edilizia e nei servizi di alloggio e ristorazione. Presi insieme, questi tre settori hanno raccolto il 30% di tutte le nuove imprese giovanili aperte nei primi nove mesi dell’anno. Soffermandosi sui primi 10 settori tra quelli preferiti dai giovani imprenditori, quello in cui risulta maggiore il loro contributo al flusso complessivo di nuove imprese è quello delle Attività dei servizi finanziari, dove un’impresa su due – tra quelle aperte da gennaio a settembre – è ‘under 35’. Molto attraenti per i giovani si dimostrano anche il settore delle Altre attività di servizi per la persona (46,4% la componente delle iscrizioni ‘under 35’) e quello del commercio al dettaglio (43%).
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