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Un parco eolico

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CUTRO (CROTONE) – Un altro parco eolico nella terra di mezzo tra le province di Crotone e Catanzaro. A presentare il progetto, denominato “Cantorato”, per l’avvio della procedura di Valutazione di impatto ambientale, è la società Levante Energia srl, con sede a Roma, che intende realizzare, in un’area compresa tra Belcastro (CZ), Marcedusa (CZ), Cutro (KR), Mesoraca (KR), Roccabernarda (KR), San Mauro Marchesato (KR) e Scandale (KR), 20 aerogeneratori con una potenza complessiva di 124 MW e di altezza fuori terra pari a 200 metri con annesse opere ed infrastrutture per la connessione alla Rtn (Rete elettrica di trasmissione nazionale).

C’è soltanto un “piccolo” problema, stando alla conformazione dell’impianto studiata dai proponenti, e cioè il fatto che il progetto «interferisce» con la Zona di protezione speciale “Marchesato e fiume Neto” e indirettamente con il Sito d’interesse comunitario Madama Lucrezia. Un sito, quest’ultimo, già “disturbato” dal progetto “Roccani” della Edp Renewable Italia Holding, nel Catanzarese. Mentre tra Cutro, Crotone e Scandale potrebbero presto vedere la luce le pale del parco eolico di Renantis, quello denominato San Leone, che, in particolare, confliggerà con l’area dei calanchi, sedimenti pleistocenici meglio noti come “dune gialle”, perché così le chiamò Pierpaolo Pasolini in uno storico reportage.

Nelle carte si afferma che il progetto «interferisce» con la Zps, ma, tradotto dal burocratese, significa che, sia pure in parte, ricade nell’area sottoposta a tutela. Il rappresentante legale di Levante è uno che conosce molto bene il territorio. L’ingegnere catanzarese Gianluca Mercurio, ai tempi in cui era dipendente della multinazionale Acciona, che negli anni tra il 2010 e il 2011 subì una serie di danneggiamenti all’impianto di Cutro nella località Rosito Campolongo, denunciò le infiltrazioni mafiose nei lavori di realizzazione del parco eolico della società spagnola, finita nel mirino della cosca Grande Aracri che, con le bombe e le pallottole, tentava di far aggiudicare le opere alle proprie imprese di riferimento. Un modus operandi collaudatissimo in quel periodo, poiché la super associazione mafiosa con testa a Cutro, secondo le sentenze, aveva allungato i suoi tentacoli anche sulle energie rinnovabili e in particolare sui parchi eolici del Crotonese e del Catanzarese.

Stando al progetto di Levante, i potenziali impatti ambientali possono essere: emissioni sonore prodotte in fase di cantiere per la costruzione ed in fase di esercizio dagli aerogeneratori, occupazione di terreno vegetale interessato per di più dalla realizzazione di accessi o dall’installazione di aerogeneratori ed i relativi impatti sul paesaggio. La conformazione dell’impianto, però, assicura la società, è stata studiata in maniera da ridurre al minimo l’impatto ambientale e paesaggistico sia in fase di costruzione sia in fase di esercizio. Le amministrazioni comunali dei territori di riferimento hanno 30 giorni di tempo per eventuali osservazioni. Chissà che posizione prenderanno.

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