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CROTONE – C’è anche Rosario Tornicchio, crotonese di 57 anni, uno dei presunti esponenti di vertice dell’omonimo clan al centro del processo sulla strage ai campetti in cui morì il piccolo Dodò, tra i cinque destinatari di un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip Romina Rizzo, su richiesta del pm Ines Bellesi, nell’ambito di un’inchiesta condotta dal Gruppo della Guardia di finanza su presunte irregolarità nelle erogazioni di contributi dell’Arcea (Agenzia regionale Calabria per le erogazioni in agricoltura), per un importo complessivo di 160mila euro.

Tornicchio è indagato per percezione indebita di contributi comunitari poiché avrebbe omesso di dichiarare di essere stato condannato per associazione mafiosa in via definitiva e di essere stato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di tre anni.

E’ accusato di falso e truffa, invece, Leonardo Michele Bruno, 61enne di Cutro, ex custode del villaggio Praialonga finito sotto la lente nell’ambito dell’inchiesta Puma, il quale avrebbe omesso di dichiarare di essere già stato sottoposto alla sorveglianza speciale e avrebbe allegato alla domanda di finanziamento un falso contratto di comodato inducendo in errore l’ente pagatore. Maria Rosa Filosa, 27enne di Melissa, è accusata di falso e truffa poiché avrebbe prodotto un falso contratto di affittuaria.

Nicola Lonetti, 29enne Melissa, avrebbe commesso reati di falso e truffa in relazione a una fittizia dichiarazione di consenso all’uso di un terreno. Analoga accusa per Giuseppe Lonetti, 30enne di Melissa.

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