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L'immobile sequestrato a Rende

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Dopo Savelli truffati altri due Comuni del Crotonese (Cirò Marina e Pallagorio) col sistema dei falsi mandati di pagamento


SAVELLI – Un immobile a Rende, più conti correnti, gioielli, orologi di lusso, capi di vestiario e veicoli. Sono i beni, per un valore di oltre tre milioni di euro, sequestrati nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Crotone che avrebbe fatto luce su un sistema di peculato, falso e autoriciclaggio. Questi i reati contestati a tre indagati i quali, dopo essere riusciti a distrarre, con ben 320 mandati falsi di pagamento, quasi tre milioni dalle casse del piccolo Comune di Savelli per reimpiegare i proventi illeciti nell’acquisto di un bar alla stazione Santa Maria Novella di Firenze e in una società a Milano, avrebbero attuato lo stesso metodo ai danni dei Comuni di Cirò Marina e Pallagorio, riuscendo a “prelevare” ulteriori 305mila euro.

I carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Crotone e i loro colleghi della Compagnia di Cirò Marina hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, su richiesta della pm Rosaria Multari. Indagati sono Michele Giudicissi, ex responsabile del settore Finanziario del Comune di Savelli, Olga Caputo, ex dipendente dell’ente, e Giovanni Panaja.

FALSI MANDATI DI PAGAMENTO, LE ACCUSE

Sono accusati di aver distratto denaro pubblico, per l’importo complessivo di 2.830.404,05 euro, tramite la formazione e l’emissione di mandati di pagamento falsi accreditati sui loro conti correnti personali o di aziende a loro riconducibili. Mandati che avrebbero dovuto essere destinati al pagamento delle spese pubbliche del Comune, come quelle delle utenze dell’Enel e di altri servizi resi all’ente. Dagli accertamenti, scattati in seguito a una denuncia del sindaco di Savelli, Francesco Spina, è emerso che la somma sottratta dagli indagati ammonta in realtà a 3.024.091 e che sarebbero stati truffati altri due Comuni.

IL SISTEMA

Il sistema sarebbe andati avanti dal 2013 al 2023, anche dopo il pensionamento dell’impiegata  Caputo che avrebbe collaborato a titolo gratuito col Comune. Le somme venivano poi girate tramite bonifici ai familiari degli indagati. Nella prima fase delle indagini, a maggio 2024, furono sequestrati 18mila euro e 1.300 dollari americani, gioielli e preziosi, tra i quali alcuni orologi di pregio, depositati in custodia presso un istituto di credito.

Sigilli anche su conti correnti, società e beni immobili (4 appartamenti e 2 ampi terreni agricoli), 2 autovetture Toyota “Rav 4” e una BMW “Serie 3 cabrio coupé” nonché un motociclo “Ducati Monster”. L’immobile di Rende, in particolare, è intestato fittiziamente a una figlia di Giudicissi. Era affittato in nero a una studentessa.

NUOVI ACCERTAMENTI

I successivi accertamenti avrebbero permesso di risalire a ulteriori 105 mandati di pagamento falsi, in aggiunta ai 320 già contestati. Gli illeciti versamenti sarebbero stati mascherati facendo figurare, negli uffici della Contabilità dei Comuni, i mandati di pagamento in favore di persone fisiche o giuridiche aventi diritto, mentre, nella Tesoreria, sarebbero stati indirizzati ad altri non aventi diritto.

Certosino il lavoro dei carabinieri che hanno dovuto comparare i vari mandati.

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