Lo striscione esposto durante la manifestazione di Crotone
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Lanterne per ricordare i morti per tumore, la presidente di “Crotone ci mette la faccia”: «Si fa di tutto per far risparmiare soldi a Eni»
CROTONE – Un padre abbraccia i figli mentre piangono la morte di una madre scomparsa troppo presto. Una bambina, con un pennarello rosa, incide su una lanterna il suo amore per un genitore che non c’è più. Una donna anziana scrive su un cuore di carta il nome di suo figlio ripetendo, a bassa voce, che nessun genitore dovrebbe mai vedere morire i propri figli. È contronatura.
Sono soltanto alcuni dei volti addolorati di una folla commossa che ha partecipato a “Una lanterna per non dimenticare”, la manifestazione in ricordo di quanti hanno perso la vita per un tumore in una città che rientra tra le aree più contaminate d’Italia dopo 70 anni di industria pesante e altri 30 di mancata bonifica dalla dismissione delle fabbriche. L’evento, giunto alla sua decima edizione, si è tenuto sul lungomare, nel piazzale antistante il cimitero ed è stato organizzato dall’associazione “Crotone ci mette la faccia”.
Un evento di estrema attualità perché ripropone all’attenzione l’elevata incidenza di patologie oncologiche in città (non misurabile perché dal 2013 l’Asp non aggiorna il registro dei tumori) mentre sta per avviarsi la discussione, davanti ai giudici amministrativi, sulla legittimità o meno dell’imposizione dello smaltimento in loco delle scorie da parte del ministero dell’Ambiente, contro cui si sono schierati enti territoriali e associazioni. Tra i partecipanti alla manifestazione, in un composto e commosso silenzio, il sindaco, Vincenzo Voce.
LE LANTERNE E LOO STRISCIONE: “CROTONE DICE BASTA MORTI DI TUMORE”
“Crotone ci mette la faccia, i Crotonesi lottano contro il cancro, Crotone dice basta”, recita un enorme cartellone. Alle sue spalle il mormorio doloroso del mare e una città i cui morti di tumore, dice la portavoce e fondatrice dell’associazione, Tina De Raffele, «sono vittime di un sistema malato». «Vogliamo urlare che a Crotone si muore per inquinamento ambientale, per i rifiuti industriali che sono ancora lì da oltre 20 anni e che non si decidono a togliere. Ancora oggi sentiamo tante parole ma i fatti stanno a zero», dice ancora De Raffele. «Si sta facendo di tutto per far risparmiare un po’ di soldini a Eni – aggiunge – Sembra quasi un ricatto morale: i rifiuti o qui o da nessuna parte – osserva – Non è giusto, perché Crotone sta pagando un prezzo molto alto, mentre si continua a perdere tempo».
LA LETTERA
Poi la lettura commossa di una lettera scritta da chi non può essere presente. «Se siamo qui stasera è perché viviamo un dolore che accomuna tutti noi, figli di questa città bella e maledetta. Siamo qui riuniti sotto un cielo pieno di luci che rappresentano per ognuno di noi un pezzo della nostra vita che il cancro si è portato via. Una madre che non prepara più i pranzi la domenica, non vedrà i suoi figli crescere, un padre non racconterà le fiabe ai suoi bimbi, non accompagnerà la figlia all’altare, un ragazzo non farà gli esami di maturità. Tutti pezzi di noi la cui vita è stata spezzata».
«È un dolore – è scritto nella lettera – che non abbiamo cercato e con lo stesso dolore e con la stessa rabbia con cui stasera accenderemo le lanterne per ricordarli dobbiamo combattere affinchè un altro papà possa raccontare le fiabe ai propri bambini, affinché una madre possa andare a lavorare, affinchè la vita continui ad essere vita. Non bastano il sole e il mare a mascherare quei veleni che ci stanno uccidendo come un domino senza fine. Non è mai il momento sbagliato per rivendicare il diritto alla salute, alla vita, ad una vita da vivere senza il timore che ogni anno che passa si aggiunga una lanterna in più».
MORTI DI TUMORE A CROTONE, LE BORDATE IN PIAZZA
Non mancano le bordate polemiche. «Ho visto – dice Tina De Raffele – Lazzari risuscitare e Giuda parlare, ma nessuno a favore della cittadinanza e dei malati oncologici, che subiscono danno e beffa, perché qui la sanità non aiuta. È arrivato il momento di scendere nuovamente in piazza, i veleni devono sparire da questa città». Intanto, da più parti, tra la folla, si invoca una maggiore presa di coscienza mentre Tina De Raffele non esclude una manifestazione di protesta come quella organizzata il 16 novembre 2013.
L’ALLELUJA
Nel frattempo, mentre i bambini intonano l’alleluja, si accendono le lanterne. Il cielo si riempie di luci portate via da un mite vento di bonaccia. Un ragazzo con la felpa viola guarda quel cielo lontano mentre calde lacrime gli solcano il viso. Piange una madre volata via troppo presto. Le luci rischiarano il cielo. Poi torna il buio su una città che invoca il diritto alla vita.
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