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COSENZA – Per la seconda settimana di fila lo scostamento è importante, oltre il sessanta per cento. E’ la differenza tra i casi positivi notificati nei bollettini della Regione rispetto a quelli conteggiati nei rapporti settimanali dell’Istituto Superiore di Sanità. Oltre settemila casi sarebbero finiti nel dimenticatoio, abbassando drasticamente gli indici di contagio rispetto a quanto riportato dalla stessa Regione. Di questa cosa l’Iss se ne è accorta già due settimane fa, quando diede alla Calabria l’allerta più alta in quanto “non valutabile”.

Lo scostamento dei dati nell’ultima settimana di riferimento, quella che va dal 7 al 13 di febbraio è praticamente identico al precedente: c’è il 62,1% di differenza. E per questo l’Iss fatica a valutare la Calabria, che resta comunque con un livello di allerta “moderato”.

«La valutazione di questi indicatori – scrive l’Iss nell’ultimo report – è resa meno affidabile a causa del forte ritardo di notifica nel flusso di alcune Regioni, in particolare si osserva il seguente disallineamento tra flusso dati aggregati e flusso dati individuali per le seguenti Regioni: Calabria 62,1%».

Caso unico in tutta Italia. I focolai sono in crescita ma i casi complessivi notificati nel rapporto nazionale sono 4.275. Molto diversa la situazione se si guarda al numero di casi notificati giornalmente dalla Regione nei suoi bollettini. Il totale è di 11.610 nuovi casi (in aumento rispetto la settimana precedente oltretutto). La differenza sono 7.335 casi positivi che non risultano all’Istituto Superiore di Sanità. Questo disallineamento chiaramente non permette né stime puntuali né analisi chiare sullo stato dell’epidemia in Calabria.

Non è la prima volta che succede una cosa del genere. Il grande sospetto è che questo tipo di scostamenti siano utili per evitare classificazioni differenti rispetto alla narrazione attuale. Come mettere la polvere sotto al tappeto. La Protezione Civile, al secondo avviso, sta cercando di riallineare la trasmissione dei dati. Il problema è che ad inviare i numeri all’Iss sono direttamente le aziende sanitarie, i bollettini regionali invece vengono prodotti alla Cittadella su dati trasmessi dalle stesse aziende.

Un caso burocratico che a due anni di distanza dallo scoppio dell’epidemia si ripete pedissequamente ai suoi precedenti, nel frattempo resta il dubbio che cammina di pari passo con il caos traciamenti delle settimane scorse: quanti sono i positivi “ufficiali” in Calabria?

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