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Chiedono sostegno e una maggiore presenza delle istituzioni sul territorio i sindaci e gli amministratori del Movimento Sfida Calabria. Un grido d’allarme lanciato all’indomani di due gesti intimidatori registrati nel giro di pochi giorni.
«A Aldo Canturi, sindaco di Bianco, Pasquale Ceratti, vicesindaco di Bianco e Pantaleone Mercuri, sindaco di Limbadi, protagonisti, a distanza di pochissimi giorni, di atti intimidatori va il nostro abbraccio e la nostra stretta vicinanza – si legge in una nota del movimento – oltre che la dura condanna di quanti con atti di prepotenza verbale e fisica li hanno attaccati».
«Serve un segnale deciso – proseguono – per fermare questa spirale di violenza e di intimidazione anche per bloccarne una possibile emulazione, specie in un momento grave come quello che stiamo vivendo in cui si palpa la rabbia e la disperazione dei cittadini che vedono giorno dopo giorno venir meno le loro certezze: dal lavoro alla salute.
«La Calabria su tutto il suo territorio, in maniera capillare vive un momento tragico: sono ripartiti i focolai di contagio del covid con le conseguenti chiusure mentre siamo ultima regione per vaccinazioni fatte. Non sono garantiti i diritti costituzionali e noi Sindaci siamo esposti e lasciati soli ad affrontare, a mani nude, dalle più piccole alle più grandi istanze che vengono dai cittadini. Gli attacchi agli Amministratori di Bianco e Limbadi sono un campanello di allarme di una situazione di abbandono nella quale versa la nostra regione. Siamo un piccolo esercito e facciamo rete fra noi nel supportarci – concludono gli amministratori di Sfida Calabria – ma siamo senza strumenti ed esposti a rischi che ci mettono sotto pressione sia fisica che psicologica. Anche per questo è necessario un forte segnale da parte dello Stato e delle Istituzioni regionali che non possono rimanere indifferenti».
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