Volti nuovi in casa Cosenza: il direttore sportivo Roberto Gemmi e l'allenatore Davide Dionigi
3 minuti per la letturaCOSENZA – Si è presentato elegante e abbronzato per la prima conferenza stampa da neo allenatore del Cosenza Calcio. Davide Dionigi nella sua vita è stato un bomber di razza, di quelli coraggiosi e sempre carichi a palla. Nell’area di rigore le sue sportellate con i difensori avversari sono rimaste ben impresse nella mente degli appassionati di calcio. La tifoseria rossoblu, in queste ore soprattutto sui social, è stata abbastanza rumorosa e chiara. Non ha gradito affatto la scelta del presidente Guarascio e soprattutto del direttore sportivo Gemmi nell’affidare a Dionigi la panchina che scotta.
Sono diverse le motivazioni dei tifosi. La prima dettata dal curriculum di un allenatore che nelle ultime cinque stagioni ha subito cinque esoneri e la seconda è pura memoria storica riguardo ad una esultanza particolare dell’allora “bomber Dionigi” in un derby contro la Reggina. Ed è per questo motivo che il Davide nazionale subito chiede ai giornalisti una cortesia: “Sono qui per farmi conoscere come uomo Dionigi”. Ed è una dichiarazione apprezzabile, anche perché, la tifoseria deve iniziare a conoscere il Dionigi pensiero non tanto come allenatore, ma soprattutto come uomo.
Un uomo che fa questo mestiere non da pochi mesi, ma da tanti anni ormai: “Partito dal basso con tanta gavetta in tanti campi italiani” e, nello stesso tempo, sottolinea come “a Cosenza entro in punta di piedi con molta umiltà e voglia di lavorare soprattutto dall’inizio della stagione. Purtroppo nella mia carriera di allenatore sono subentrato varie volte e questo non andava più bene…”.
Un Dionigi che riconosce alla Calabria e a Cosenza soprattutto vari meriti: “Ricordo le partite a Cosenza erano per me caratterizzate dal furore messo in questo campo con una tifoseria calda e appassionata. La terra di Calabria mi ha dato tanto e sono convinto che mi darà ancora di più, ma anche io ho dato tanto a questa terra”. E bomber Dionigi non si tira indietro nel giustificare il suo ultimo non brillante curriculum mettendo avanti l’esempio di De Zerbi: “Se andate a vedere il suo passato nelle varie panchine…”. Eppure De Zerbi è riconosciuto adesso da tutti come un buon allenatore, ma Dionigi ha voluto subito far capire, con questo esempio, che ogni stagione calcistica ha la sua storia e non tutte le storie sono uguali tra loro.
Di certo abbiamo visto un Dionigi molto felice di “essere qui a Cosenza. Perché ha ragione il direttore Gemmi nel dire che non dobbiamo convincere nessuno nel venire a giocare a Cosenza. Qui si viene con piacere di entrare a far parte di questo gruppo”. Il piacere e la voglia di stupire. Sono i due termini utilizzati sia da Gemmi che da un Dionigi pronto a conoscere meglio la città anche attraverso i consigli del suo “fraterno amico Mimmo Toscano”.
Una città che per adesso non lo coccola affatto, ma la strada in salita non fa paura a Dionigi che ha voluto raccontare il retroscena di quell’esultanza. E lo ha fatto con molta spontaneità senza voler per forza cercare di convincere i tifosi del Cosenza a tutti i costi, ma la verità di una esultanza molto colorita almeno questa mattina è uscita fuori: “L’ho fatta non contro i cosentini, ma è stata una rivincita contro il professore Scoglio. Avevo segnato contro il mio mister che a Torino mi faceva giocare poco, ma ero troppo giovane e non era facile recuperare il posto da titolare in quel Torino di gente esperta. Poi ho avuto Scoglio nel Napoli e i rapporti sono ritornati ad essere buoni. Non dimenticherò mai la sua disponibilità nel concedermi giorni di vacanza dopo la nascita di mia figlia”.
Sono piccoli racconti che hanno iniziato a dare di Dionigi un quadro diverso. Dionigi come uomo. La città deve iniziare a conoscerlo. E questo quello che desidera il nuovo allenatore del Cosenza. La luce negli occhi di Dionigi lascia ben sperare. Adesso non resta che pedalare… e recuperare al più presto la fiducia di una tifoseria da conquistare.
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