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A Rossano il monastero “green” delle suore agostiniane: cappotto termico, pannelli solari e il progetto di un parco-giardino dove vivere in armonia con il Creato

CORIGLIANO ROSSANO – Un monastero green, ecologico e al passo coi tempi. È quello che sorge nella Piana Vernile di Rossano, nel Cosentino, e che nel 2019, a seguito della relativa benedizione, è diventato la casa della prima comunità di clausura femminile, in tutto il sud Italia, intitolata al vescovo di Ippona.

Le sorelle agostiniane che, nel corso dei lavori di ristrutturazione, hanno, di fatto, dotato il loro monastero di cappotto termico, pannelli solari e solare termico, oggi sono più attive che mai in quella che è la salvaguardia dei principi ambientali. Una vera e propria missione. Come dimostra l’ultimo progetto a cui le religiose stanno lavorando: un immenso parco-giardino, negli spazi esterni della struttura in cui vivono, che assurga a luogo di incontro con l’altro e con gli altri e che, soprattutto, lanci un chiaro messaggio di tutela della natura, di rispetto del mondo circostante.

«L’idea – dicono le monache agostiniane della costa ionica calabrese – è anche quella di sensibilizzare l’intera comunità a vivere in armonia col Creato: purtroppo quello in cui viviamo è un territorio martoriato, anno dopo anno, dagli incendi».
Pertanto, grazie pure a una raccolta fondi online, qualcosa per il cosiddetto “giardino dell’Essenziale” – che prevede la creazione di percorsi accessibili alle persone con disabilità, la messa a dimora di molteplici varietà di alberi e la realizzazione di una foresteria per l’accoglienza di ospiti e visitatori – è già stato fatto.

«Per mezzo del nostro crowdfunding – dicono, in particolare, suor Clara e suor Lucia – abbiamo finora raccolto circa 60mila euro (il tetto massimo è di 120mila e la scadenza della campagna è fissata al 31 dicembre, ndr). Con una parte di questi fondi – aggiungono – abbiamo proceduto a bonificare le aree interessate, realizzato un impianto di irrigazione, un pozzo artesiano, le staccionate.

Abbiamo pure messo a dimora una trentina di piante; questa primavera ne faremo fiorire ancora e poi daremo vita all’idrosemina: c’è ancora molto da fare e per questo motivo ci auguriamo che la comunità ci aiuti, continuando a supportarci, a donare». Uno spazio, insomma, popolato di querce, cerri, faggi, cedri rossi, abeti e di moltissime altre varietà di alberi e piante: un microcosmo verde pensato per accogliere, in accordo coi principi della Laudato sì di Papa Francesco e dei valori di Sant’Agostino.

«Si tratta – concludono le sorelle del monastero di Rossano – di un polmone di preghiera, un punto di approdo per tante persone, non solo fedeli; di un posto per chi, insomma, vada in cerca di silenzio, di cui di questi tempi c’è molto bisogno, di bellezza e, ancora, di pace».

Un seme, pertanto, che cresce dove prima nulla c’era. E lo fa, con il mare come sfondo all’orizzonte, principalmente per mezzo dell’impegno, dell’intuizione e dei sacrifici di questa importante comunità monastica femminile.
Di queste donne, prima di tutto, coraggiose. Coraggiose come tutte quelle che perseguono un obiettivo, e, determinate, avendo una missione, la realizzano.

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