La Biblioteca civica di Cosenza
3 minuti per la letturaCOSENZA – Con la cessazione dello stato d’emergenza derivante dal Covid, dal 31 marzo scorso anche le strutture culturali rimaste (ancora) chiuse hanno riaperto i battenti. Non è successo, invece, per la Biblioteca Civica, il cui cancello è tuttora invalicabile. «Chiuso definitivamente», si legge digitando il nome dell’ente sulla barra di Google.
«Si avvisano i signori utenti che la Biblioteca Civica resterà temporaneamente chiusa al pubblico fino a nuovo avviso per accurato intervento di recupero e conservazione dei beni», è, invece, quanto riportato sul relativo sito web.
Cgil Cosenza conferma: «La struttura è stata chiusa nel 2020 per la pandemia, da allora non è arrivata alcuna comunicazione relativa alla riapertura».
La domanda, dunque, è la seguente: non si riapre per lavori di “inventario e sicurezza” (che al momento non sembrano in corso) o per gli atavici problemi riguardanti pure il debito di oltre un milione e mezzo che sulla stessa grava? Fatto sta che, posto che i due interrogativi appaiano fortemente legati l’uno all’altro, a venire meno per studiosi e studenti sono i servizi che spaziano dalla consultazione fino al prestito dei testi presenti e che, nonostante tutto, dovrebbero venire garantiti. Un problema di non poco conto.
Contro qualunque tipo di disfattismo, però, sono da segnalare quelli che risultano essere gli interventi in programma da parte delle istituzioni; interventi per porre fine alla drammatica situazione in cui l’ente del cuore del centro storico, insieme ai suoi dipendenti (due quelli rimasti in servizio), versa. Nei giorni scorsi, ad esempio, in occasione della visita dell’icona della Madonna del Pilerio negli spazi dell’Accademia Cosentina, il sindaco Franz Caruso ha ufficialmente espresso il supporto della sua amministrazione, annunciando un contributo economico di 50mila euro per sostenere la Biblioteca. In più, il settore 11 del Comune ha appena pubblicato gli ultimi quattro bandi di gara riguardanti gli interventi del Contratto istituzionale di sviluppo per il centro storico (Cis): tra questi, vi è appunto il bando tramite cui si affideranno i servizi tecnici relativi all’adeguamento sismico, efficientamento energetico e rifunzionalizzazione della Civica, compresa la sua informatizzazione, affinché possa esserne garantita la totale fruizione (i servizi per la gestione e cura del bene saranno integrati da un opificio di digitalizzazione, restauro e conservazione del libro e della pergamena).
In particolare, Palazzo dei Bruzi annuncia che l’intervento sulla Biblioteca si baserà anche su lavori volti all’inclusione delle persone con disabilità, mediante l’eliminazione delle barriere architettoniche oggi esistenti. Verrà, inoltre, creata una terrazza-giardino-aula di lettura e saranno installati un montascale e un ascensore; il chiostro diventerà, infine, uno spazio fruibile in via permanente.
Progetti che, pertanto, fanno sperare, considerando il grave vulnus che si sta perpetrando nei confronti dell’utenza e dei visitatori, ma anche e soprattutto nei confronti della stessa Biblioteca che, con la chiusura, non è più quella porta verso un altro mondo, il tesoro (il suo deposito librario è costituito da oltre 250mila volumi) che avrebbe permesso ai vivi di dialogare con i morti, o una guida nella terra sconosciuta dell’intelletto.
Data la straordinaria importanza che le strutture culturali ricoprono per le proprie comunità, il “Quotidiano del Sud” inizia così un viaggio a puntate tra biblioteche, musei e luoghi che “erogano” sapere con l’obiettivo ultimo di comprenderne lo “stato d’attività”, il riscontro nel pubblico, i successi e le criticità, tutte le luci che li rendono efficienti e attrattivi e parimenti tutte quelle ombre che in realtà non dovrebbero esistere.
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