L'ospedale civile dell'Annunziata a Cosenza
2 minuti per la letturaSecondo i dati del centro nazionale trapianti, resta complicata la situazione in Calabria. Tre anni di attesa a Cosenza per i trapianti di rene
ROMA – Il tema della donazione e del trapianto di organi, tessuti e cellule è tornato al centro dell’attenzione da parte della comunità scientifica, delle associazioni dei pazienti e della politica. Numerose le ragioni: il grande divario tra il numero dei trapianti effettuati e i pazienti in attesa di un organo (nel 2022 oltre 8mila pazienti in lista di attesa, a fronte di soli 3.887 interventi), le molte istanze che, oltre a sollecitare misure urgenti per rafforzare la cultura della donazione chiede, insieme ai sanitari, interventi sul piano organizzativo e gestionale, oltre che su quello della valorizzazione dell’innovazione tecnologica.
Particolare la situazione in Calabria, che ha pazienti in lista d’attesa soltanto per trapianti di rene. Stando ai dati del centro nazionale trapianti, aggiornati al 25 novembre 2023, sono 94 le persone in lista d’attesa, con un tempo medio di 2,9 anni. Nello specifico sono di 3 anni i tempi medi di attesa per i 47 pazienti iscritti nelle liste dell’ospedale Annunziata di Cosenza, 2.8 invece per i restanti 47 in attesa nelle liste del Grande Ospedale metropolitano di Reggio Calabria. La politica ha di recente dato vita all’Intergruppo Parlamentare Donazione e Trapianti di Organi, Tessuti e Cellule che, nei mesi scorsi, ha sviluppato un ampio ciclo di audizioni riservate alle associazioni dei pazienti e alla comunità scientifica, oltre a partecipare ad alcuni forum di approfondimento con alcuni dei Centri Regionali Trapianti.
A seguito di questa intensa attività conoscitiva, la rivista PH&HP, in collaborazione con l’Intergruppo Parlamentare, ha organizzato al ministero della Salute un incontro, nell’intento di dar vita ad un momento di sintesi e confronto tra i diversi attori-protagonisti di questo importante ambito sanitario. «È indispensabile stimolare una crescita del sistema- ha sottolineato Teresa Petrangolini, coordinatrice del Comitato per l’Equità di Accesso alla Donazione e Trapianto di Organi, Tessuti e Cellule che raccoglie 11 associazioni- riducendo, ad esempio, il divario esistente tra il numero di organi disponibili e quello dei pazienti in lista d’attesa, oltre a superare le disomogeneità regionali ancora esistenti».
Una maggior produttività che si traduce anzitutto in vite da salvare e che, nelle attese dei Centri Regionali Trapianti, deve poggiare su alcuni ingredienti fondamentali: potenziamento delle risorse umane e loro formazione, riorganizzazione dei processi, sinergie territoriali con interscambio dei dati e soprattutto nuove tecnologie.
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