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Giacomo Mancini

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«È da tempo che non si registrano posizioni politiche univoche chiare e ufficiali da parte dei partiti politici di respiro nazionale su questioni fondamentali per lo sviluppo della nostra provincia e della nostra area urbana. Non mi pare, ad esempio, si registrino posizioni univoche dei partiti sulle annose questioni dell’ubicazione del nuovo ospedale, della metro leggera, sullo svincolo autostradale di Settimo, sulla fondamentale opera del ponte di congiunzione tra viale Principe e viale Mancini ecc. A proposito dell’ubicazione del nuovo ospedale, ci chiediamo per esempio se Pd e FI di Rende abbiano la stessa posizione del PD e FI di Cosenza».

A dirlo è Carlo Petrassi, presidente della “Terza Rende”.

«Parafrasando il titolo dell’ultimo libro di Paride Leporace sulla figura di Giacomo Mancini a 20 anni dalla sua scomparsa, mi pare che manchi “Un Avvocato del Sud”. Aggiungerei che manca anche un partito per il Sud, in quanto gli attuali partiti nazionali dimostrano di occuparsi poco delle questioni relative al meridione – continua il suo intervento – Nell’attesa di un auspicabile ritorno al sistema elettorale proporzionale che con il tempo rimetterebbe apposto parte delle storture democratiche di cui abbiamo parlato, sarebbe auspicabile la nascita di un partito locale autonomo che affronti le istanze e gli interessi del nostro territorio in modo deciso e risoluto. Ci vorrebbe coraggio, spirito di sacrificio, volontà intellettuale e la consapevolezza che non muovendo un dito non ci rimarrebbe che il solito lamento meridionale».

Petrassi torna poi sulla questione del nuovo ospedale, che tiene banco da settimane e che ha diviso l’area urbana. «Qualcuno in questi giorni si è cimentato nell’arduo compito di interrogarsi su cosa Giacomo Mancini avrebbe fatto ai nostri giorni; personalmente non mi avventurerei in una così difficile ed empirica valutazione, tuttavia mi piace pensare che Mancini avrebbe voluto due ospedali per l’area urbana cosentina, uno nell’area universitaria di Arcavacata destinato alla ricerca e alla cura dei pazienti che in prospettiva possa servire anche la nascente facoltà di medicina, l’altro quello esistente, la gloriosa Annunziata, che potrebbe essere reindirizzata alla prevenzione e alla riabilitazione – dice Petrassi – Sempre che si voglia investire seriamente nella sanità pubblica. Del resto a Catanzaro non convivono da tempo due ospedali: il Pugliese-Ciaccio e il Mater Domini?».

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