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COSENZA – Ancora tempi durissimi per il personale medico in Calabria. Le aziende costrette di nuovo a trovare soluzioni temporanee per coprire le carenze, dai medici a gettone per la pediatria all’uso delle prestazioni aggiuntive per la specialistica ambulatoriale. Passando anche per lo “scivolone” sul pagamento orario dei dottori a chiamata da utilizzare negli screening a Reggio Calabria.

Tutte situazioni che si replicano costantemente soprattutto nelle Aziende sanitarie provinciali. A partire da quella di Cosenza. Negli ospedali di Corigliano, Cetraro e Castrovillari è in servizio da tempo la società Pediacoop di Domodossola. Una cooperativa di medici “gettonisti” che garantisce i turni di guardia medica pediatrica nei punti nascita ospedalieri. Il contratto va avanti da diversi anni ed è scaduto a gennaio 2024. La proroga è arrivata nuovamente all’inizio dell’anno in corso, altri tre mesi “tecnici” in attesa di scrivere un nuovo bando. Difficile trovare pediatri, probabilmente si continuerà allo stesso modo. Nel frattempo, i dottori hanno continuato a lavorare, un monte ore da 215mila euro per tre mesi. Nei giorni scorsi è arrivata la liquidazione da parte dell’Asp di Cosenza. Le procedure di affidamento del servizio, invece, sono ancora in corso.

Diversa la situazione sullo Jonio cosentino: nei mesi scorsi il direttore generale dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano, aveva ribadito la necessità di aumentare il monte ore dei medici per la specialistica ambulatoriale. Lo aveva fatto proprio nella sede del Quotidiano durante un incontro con le associazioni della rete Comunità competente. La questione al momento tocca soltanto una parte della provincia di Cosenza, nei giorni scorsi l’azienda ha autorizzato circa 600 ore con prestazioni pagate ottanta euro lorde all’ora da destinare soprattutto alle aree montane. Il costo è di circa 52mila euro per l’intero 2024.

A Reggio Calabria invece si è costretti a pagare di più i dottori a chiamata, pena il bando deserto. A dicembre l’Asp ha preparato un avviso per i dottori specializzati in Gastroenterologia, Chirurgia dell’apparato digerente ed Endoscopia digestiva chirurgica, Cardiologia, Chirurgia generale, Radiodiagnostica, Ostetricia e Ginecologia. Un esercito. L’obiettivo era garantire la continuità assistenziale nelle unità operative, già scarsamente popolate da camici bianchi e con i concorsi puntualmente chiusi con un buco nell’acqua. La proposta dell’Asp di Reggio era pagarli quaranta euro all’ora. Lo schema? Sempre lo stesso: turni a chiamata da sei o dodici ore, notturni, festivi, ambulatorio per i pazienti con anomalie rilevate nelle fasi di screening (uno dei punti debolissimi del sistema sanitario calabrese). La paga è bassa, troppo. E la richiesta finisce nel dimenticatoio.

L’Asp è corsa ai ripari negli ultimi giorni alzando il compenso orario del personale medico a ottanta euro all’ora; i compiti sono di grande importanza per la Calabria. Oltre ai controlli sugli screening colon-retto ci sono le mammografie. Tutti aspetti piuttosto complessi nella Calabria che non riesce a garantire il minimo indispensabile e, al momento, affidati a medici “a chiamata”.

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