La chiesa di San Carlo Borromeo
2 minuti per la letturaRENDE (COSENZA) – «Per evitare disordini e panico comunichiamo che il ministro straordinario che domenica 14 novembre alla messa delle 18 ha distribuito la Comunione e nei giorni seguenti ha manifestato sintomi rivelatisi da infezione Covid19, ha usato ogni presidio prescritto a evitare la diffusione del virus».
È il post che giovedì pomeriggio la parrocchia di San Carlo Borromeo di Rende ha pubblicato sulla propria pagina di Facebook. Il messaggio proseguiva, poi, cercando di rassicurare ulteriormente i fedeli che avevano partecipato alla celebrazione.
«Considerando pertanto che la persona in questione si è sottoposta a vaccinazione (green pass conseguente) e ha indossato la mascherina durante il suo servizio e si è igienizzato le mani, se ci fossero preoccupazioni sull’eventuale contagio si invita chi fosse stato a contatto ad effettuare esame diagnostico a mezzo di tampone».
La notizia già circolava, il tam tam si è riattivato. I messaggi rimbalzano sui telefoni, come spesso capita si aggiungono dettagli errati che contribuiscono ad alimentare e spargere il panico. Così la parrocchia decide di correggere il tiro. Nella giornata di ieri il post social viene modificato. In calce resta sempre il testo apparso la sera prima, introdotto da tre emoji di “alert”. Quel messaggio però viene preceduto da poche nuove righe di non facile interpretazione. «Aggiornamento: sottolineamo che nessun sacerdote è positivo! E la positività del ministro non è in alcun modo collegata alla messa celebrata domenica scorsa. Essendo state diffuse notizie (non vere) teniamo a tranquillizzare la comunità parrocchiale. Le attività parrocchiali proseguiranno in tutta sicurezza e con le attenzioni e i protocolli che abbiamo sempre attuato».
Non è chiaro in che senso la positività non sia «collegata alla messa celebrata domenica scorsa». Dai commenti e dal racconto di alcuni parrocchiani viene confermata la partecipazione alla funzione delle 18 e al momento dell’eucarestia del ministro che si è scoperto poi positivo al Coronavirus.
Probabilmente si vuole ribadire che il contagio non è avvenuto a messa (dunque che la funzione si è svolta seguendo tutte le precauzioni) o che non si può far risalire con sicurezza l’infezione fino a domenica. Quel che emerge con certezza, comunque, dal post (complessivo) è che le misure di sicurezza, utili per limitare il rischio contagio, sono state seguite: green pass, igienizzazione mani, mascherina.
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