Il carcere di Paola
3 minuti per la letturaCOSENZA – “Giornata choc, l’ennesima, di sangue e violenza nel carcere di Paola, da tempo al centro delle cronache per le continue aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria che vi presta servizio”: così Salvatore Panaro, vicesegretario regionale per la Calabria del Sappe – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“E’ successo che, all’atto dell’apertura di una cella, un detenuto, senza alcun motivo, si è scagliato contro l’Agente di servizio, aggredendolo, afferrandolo per il collo e spingendolo per diversi metri. Sembrerebbe che l’aggressore sia affetto da problematiche psichiatriche: per fortuna, il collega è riuscito a divincolarsi dall’aggressione, anche grazie all’intervento di un altro detenuto presente al carcere di Paola intervenuto in soccorso all’unità di polizia penitenziaria”.
Ma, prosegue il sindacalista, “proprio il fatto che era intervenuto a difesa di un agente, quel detenuto è stato successivamente aggredito da altri detenuti e questo episodio riveste carattere di gravissima rilevanza”. Per Panaro, “occorrerebbe che i detenuti violenti, che pensano il carcere come luogo di villeggiatura dove poter commettere reati, vengano trasferiti immediatamente fuori regione. Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un cambiamento sociale, dove il male è visto come bene e viceversa, dove all’esterno del carcere il reato è cattivo ed all’interno chi ha commesso reato sia buono. È giunto il momento di dire basta al finto buonismo, I detenuti che trasgrediscono le regole o peggio ancora che aggrediscono la Polizia Penitenziaria devono essere perseguiti a norma di legge ma soprattutto scardinati dal contesto ove si sentono appoggiati da altri reclusi amici e quindi forti di questo, non esitano a commettere altri reati”.
Per questo, conclude il sindacalista del Sappe, “il Dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria e gli organi Statali preposti devono assumersi le responsabilità ed attuare, ognuno per la parte di propria competenza, azioni mirate a dare garanzia di intervento al corpo di Polizia penitenziaria che opera nell’ultima trincea della giustizia. Il Sappe valuterà ogni forma di tutela anche in sede giudiziaria dei colleghi aggrediti e minacciati”.
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “la situazione penitenziaria regionale e nazionale fa, ogni giorno di più, emergere la tensione che è non più latente ma palese ed evidente. Bisogna intervenire con celerità, a tutela dei poliziotti penitenziari, orgoglio non solo del Sappe e di tutto il Corpo ma dell’intera Nazione”. Ed evidenzia: “La denuncia del Sappe: “Nel Distretto penitenziario calabrese, nel solo primo quadrimestre del 2024, una marea di eventi critici tra le sbarre delle carceri regionali: 236 resistenze ed ingiurie, un atto intimidatorio contro un Agente, 12 proteste collettive con battitura. Ben 76 i poliziotti feriti con prognosi fino a 7 giorni, 2 con prognosi di oltre i 20 giorni”. Torna quindi a sollecitare “provvedimenti urgenti”, a cominciare da “un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”.
“Serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude il leader del primo Sindacato dei Baschi Azzurri, che si appella ai vertici del DAP affinché creino le condizioni “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.
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