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Ivana Perri e suo marito Matteo Mazzarotto

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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – C’è anche una lametina fra i 33 italiani che saranno insigniti dell’onorificenza al merito dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’inclusione, una delle sfide più importanti per la scuola e l’intera società, è anche uno dei valori che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scelto come criterio per assegnare l’onorificenza al merito a cittadini che si sono distinti nell’inclusione sociale, per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella promozione della cultura, della legalità, del diritto alla salute e dei diritti dell’infanzia.

Il Capo della Stato ha individuato, tra i molti esempi presenti nella società civile e nelle istituzioni, alcuni casi significativi di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani. La cerimonia di consegna delle onorificenze si svolgerà al Palazzo del Quirinale il 29 novembre 2021 alle ore 11.00 e riguarderà gli insigniti del 2020 e 2021. Nel sito del Quirinale, qui si possono leggere le motivazioni delle onorificenze consegnate dal Capo dello Stato.

Tra i 33 destinatari dell’importante riconoscimento vi sono anche Ivana Perri e suo marito, Matteo Mazzarotto, insigniti con la seguente motivazione: “Matteo Mazzarotto, 62 anni, e Ivana Perri, 55 anni, Ufficiali dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – si legge nel sito Quirinale.it – per la loro dedizione all’inclusione e al sostegno per il dopo di noi delle persone con gravi disabilità cognitive-sensoriali. Matteo e Ivana sono stati tra i fondatori (e oggi rivestono i ruoli rispettivamente di Vice Presidente e membro del Consiglio di Amministrazione) della comunità “Il Carro di Roma”, una casa-famiglia che accoglie persone con disabilità cognitive-sensoriali gravi e gravissime. Una delle prime case famiglia nate nella Capitale. Racconta Matteo: Nel 1990 abbiamo fondato questa realtà partendo dalla nostra voglia di vita condivisa, dall’idea di fare qualcosa per gli altri. Allora i disabili psichici con scarsa o nessuna autonomia, se non rimanevano in casa, erano destinati a un futuro fatto di istituto. Se non a un ospedale psichiatrico. Matteo e Ivana, da oltre 20 anni, sono gli animatori della casa e vivono stabilmente in loco con la loro famiglia (le loro tre figlie sono cresciute all’interno della comunità)”.

Fin qui il testo del Quirinale. Particolarmente toccante è la testimonianza che ci proviene da una familiare di Ivana e Matteo, la docente di matematica e fisica M. Antonietta De Fazio, in servizio al liceo classico Fiorentino. «La notizia – dice De Fazio- ci ha colti di sorpresa, ma non ci ha meravigliati, perché sappiamo che non è da tutti dedicare la propria esistenza al servizio degli altri, facendo diventare progetto di vita una vocazione personale. Ivana – prosegue- è nata e cresciuta a Lamezia Terme (in realtà, essendo nata nel 1966 il comune si chiamava Nicastro) dove ha studiato, ha frequentato la parrocchia prima e successivamente il gruppo Scout Lamezia sotto la guida spirituale di Don Saverio Gatti e Don Vittorio Dattilo».

«Quarta di sei figli – racconta la professoressa – ha sempre avuto una naturale predisposizione all’accoglienza e all’attenzione verso i bisogni degli altri, sia all’interno della propria famiglia, che nell’ambito degli ambienti che ha frequentato. Alla fine del liceo, come tanti ragazzi calabresi, ha proseguito gli studi universitari a Roma, dove si è laureata in Economia e attualmente lavora nell’amministrazione del dipartimento di Ingegneria all’Università RomaTre. A Roma Ivana ha incontrato Matteo che già da tempo si dedicava al servizio degli altri, e insieme hanno fondato la casa-famiglia “Il Carro” che ospita persone con disabilità gravi e gravissime, facendola diventare il loro progetto di vita nel quale hanno fatto confluire la loro voglia di essere utili agli altri. E, contemporaneamente – conclude –  hanno costruito una famiglia con tre splendide figlie, anch’esse cresciute all’interno della comunità».

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