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RENDE – Quando si parla di lei la domanda ricorrente è: con i canditi o senza? E se ne potrebbe discutere all’infinito. Perchè i segreti della sua preparazione sono custoditi gelosamente dalle nostre nonne, e il passaggio da generazione in generazione non è sempre semplice, al contrario, spesso è foriero di qualche novità. Quello della pastiera è il sapore raffinato della Pasqua. Non avrà il fascino commerciale della colomba farcita di crema, e neppure la golosità dell’uovo al cioccolato e men che meno ispira la tentazione di accompagnarla al caffellatte del mattino come quello che da queste parti si chiama cuculo. Tutti dolci tipici della Pasqua e che, generalmente, mettono tutti d’accordo. La pastiera no. La pastiera o la ami o la odi, la via di mezzo non esiste. O forse sì, e dipende dalla tradizione che cambia di famiglia in famiglia. E canditi o meno, venerdì lo University Club si è trasformato per qualche ora in un piccolo ritrovo per appassionati dalla bocca buona e dall’acquolina pre pasquale. 

Il laboratorio di Documentazione dell’Unical, con la collaborazione del Cnr di Rende e di Napoli, ha organizzato “La gara delle pastiere”, quella stessa iniziativa che, avviata per gioco tra amici e colleghi anni fa, scherzando scherzando, anzi, gustando gustando, è arrivata già alla quarta edizione. “Può partecipare chiunque” andava ripetendo il professor Roberto Guarasci accogliendo i curiosi di una manifestazione che ha comunque raccolto ventidue pastiere partecipanti, poste lì sul tavolo in attesa di essere assaggiate e giudicate. Da tutti. E chiunque aveva diritto al voto con tanto di scheda e urna. Perchè l’importante non è vincere, ma partecipare, assaggiare e, soprattutto, divertirsi. Solo che a perdere non ci sta nessuno e la competizione è viva, fremente. «Quella pastiera lì non mi pare una pastiera. Somiglia più a un dolce» andava sussurrando una signora tra le partecipanti. 

Fatto che sta che la bontà è comune a tutte. Non passano nemmeno due ore e delle pastiere partecipanti non restano che le briciole. Occorre sbrigarsi a proclamare la vincitrice. Il professor Guarasci indossa i panni dello scrutatore e procede allo spoglio. Passano alla fase finale le tre più votate e sono poste al vaglio della giuria di qualità formata dal rettore Gino Crisci, Maria Cristina Messa dell’università Milano-Bicocca e da Gianni Cuda, in rappresentanza del rettore dell’università Magna Grecia di Catanzaro Aldo Quattrone. 

Vince la pastiera di Angela Ritacca, la titolare dell’agriturismo “La Capannina” di Montalto Uffugo. Sul podio si piazzano Simona Perfetti e Alessandra Verardi. Ma che siano state buone, tutte le pastiere, lo si capisce da elemento incontestabile: in molti quando vanno via se ne portano un bel po’ in un vassoio d’alluminio chiuso dalla carta stagnola. E sul dubbio della necessità o meno dei canditi, la signora Angela dichiara: «I canditi ci vogliono». Buona Pasqua.

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