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Cataldo Calabretta insieme a Matteo Salvini e a Nino Spirlì

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CATALDO Calabretta avvocato di Cirò Marina al vertice della Lega regionale insieme al commissario Giacomo Saccomanno e al sub commissario Roy Biasi è anche impegnato in quello che può essere definito un evento di portata epocale per la Calabria: pubblicizzare Sorical.

Ma le acque più mosse in questo momento sono quelle del partito. Boatos interessati e di parte gli attribuiscono manovre oscure contro il presidente facente funzioni, Nino Spirlì, destinato a comporre il ticket con Roberto Occhiuto se tutto resterà a bocce ferme. Abbiamo provato a farci spiegare lo stato delle cose.

Avvocato, la Calabria è entrata di diritto nel dibattito politico nazionale, dopo la presa di posizione della Meloni. Anche lei è ottimista come Salvini ha dichiarato ad Agorà. Secondo lei cosa accadrà?

«Sono più che convinto che tutto rientrerà senza alcun problema nell’alveo del confronto politico sempre necessario, anzi direi salutare all’interno di una coalizione così come di una grande famiglia. Il centro destra governerà la nuova stagione regionale e la Lega insieme agli alleati ne sarà co-protagonista. Non vedo scenari diversi ed onestamente resto più che ottimista, come il segretario Salvini».

Come valuta la gestione Spirlì e cosa pensa del cosiddetto ticket con Occhiuto?

«Non penso che la Calabria potesse avere un presidente facente funzioni migliore di Nino Spirlì. E su questa valutazione la Lega e lo stesso segretario nazionale sono unanimi. Spirlì ha dovuto gestire e continua ad affrontare, con grande senso di responsabilità, situazioni molto complesse. I problemi sono atavici. Continueremo a sostenerlo con grande entusiasmo e convinzione. E siamo contenti che egli possa e debba proseguire ad offrire il suo contributo al fianco del prossimo presidente Occhiuto».

Quali sono gli scenari del partito in Calabria in vista delle regionali di ottobre?

«Di crescita costante. Territorio per territorio siamo chiamati da giovani ed amministratori che non ne possono più di dinamiche asfittiche e di visioni perdenti che hanno bloccato la crescita di questa regione per decenni. Stiamo intercettando le richieste di quanti hanno deciso di restare o tornare in Calabria per riprendersi in mano un destino scritto da altri. E per corrispondere al meglio a questa esigenza di rinnovamento e riappropriazione identitaria abbiamo svecchiato il nostro stesso partito, ancorandolo solo ed esclusivamente a quella che è la missione nazionale della Lega: portare buon governo in tutti gli angoli del Paese. Senza personalismi».

Cosa le ha dato più fastidio in questi mesi nei quali si è trovato a ricoprire ruoli delicati e di elevato prestigio in Calabria?

«Che la Calabria sia una terra complessa, è noto e nessuno, tanto meno io, ha mai immaginato di poter fare una passeggiata, decidendo di assumere incarichi. Una cosa è certa, non immaginavo di dover ammettere, così come faccio oggi, che la maldicenza, la calunnia, la disinformazione ed il tentativo di delegittimazione potessero esser gravi tanto quanto la cultura ‘ndranghetista. Il livore che in alcuni momenti viene buttato addosso a chi si impegna in prima persona è davvero incomprensibile e fa riflettere».

La sento demoralizzato?

«Assolutamente. Per quel che mi riguarda ho, tuttavia, trasformato in energia positiva tutta la cattiveria utilizzata come strumento per tentare di screditarmi, alimentata purtroppo anche da quanti avrebbero dovuto avvertire maggiore responsabilità deontologica nella verifica di fonti ed affermazioni, invece di ergersi ad improbabili giudici di assurde ed intollerabili accuse e condanne mediatiche. Ma io vado avanti con la coscienza a posto, sereno e col sorriso che mi contraddistingue».

Pentito di aver abbandonato la sua vita romana?

«No. Per fortuna sto vivendo un’esperienza straordinaria alla guida di una delle Società più importanti della Calabria. E’ un onore per me poter ricoprire questa funzione e cercherò costantemente di fare il mio dovere anche come politico affinché i calabresi siano soddisfatti del mio lavoro. Ringrazio Matteo Salvini per la fiducia che ha riposto in me».

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